lunedì 24 maggio 2010

Viva Il Pop, Roy Lichtenstein a Milano





(Still Life with Goldfish, 1972, Oil and Magna on canvas , Private Collection © Estate of Roy Lichtenstein)

Venerdì si parte, non troppo presto, il sonno è sacro.


Abbiamo deciso come morire: le due mostre di punta della stagione milanese, Roy Lichtenstein alla Triennale + Egon Schiele a Palazzo Reale in un solo giorno.

Come dire: sul K2 e ritorno senza passare dal via. Perché quello che ci aspettiamo è la stessa vertigine, lo stesso fiato corto in gola..come diceva il nostro eroe Arthur? “Ho preso la bellezza sulle ginocchia, e l’ho trovata amara, e l’ho ingiuriata”.

Borsa elegante in spalla, e via.

La spedizione è composta dalle solite intrepide, Io e le altre 3 Sorelles, che nonostante alcuni terremoti e incendi della vita continuano belle dritte sulla loro strada. Non centra niente, ma ci tenevo a dirlo.

Decidiamo di stravolgere ogni logica temporale e trotterellando in mezzo a Parco Sempione raggiungiamo la Triennale di Milano. Accidenti quanti bei ricordi. Un incontro struggente e dolcissimo con Keith Haring, momenti strazianti e perfetti con Basquiat, le lacrime per Armani..

La Triennale è un posto magico. Sarà che per arrivarci devi sbarcare alla stazione Cadorna, con quel monumento perfetto a Milano e all’Italia che è l’enorme ago col filo colorato. Mi fermo 5 minuti a guardarlo ogni volta. Poi costeggi il castello Sforzesco, entri nel Parco..ed eccola lì. Con quell’architettura pessima che solo nel nostro Bel Paese potremmo riservare ad un edificio del genere..Però poi entri..

E dentro fa schifo lo stesso. Soprattutto se pensi ai musei del mondo. Però, però. Io mi ci sento a casa, faccio il mio biglietto, posteggio la borsa al guardaroba. E poi le stanze sono sempre uguali..e fa l’effetto di quando cambi i mobili a casa, che per un attimo ti sembra di vedere quelli vecchi, ma poi passa subito e ti sembra che quello che hai ora sia sempre stato lì.

Roy Lichtenstein, Meditations on Art, è una mostra curata da Gianni Mercurio. Quindi anche qui cado sul morbido visto che le mostre più belle a cui ho assistito negli ultimi anni sono tutte opera sua (a proposito..posso ringraziarlo qui pubblicamente?).

Gli spazi della Triennale peccano forse di scarsa follia estetica ma sono assolutamente giusti per una mostra, stanze larghe, bianche..
Il percorso si snoda in modo non diacronico ma raggruppando insieme le opere (tente, che bello!) debitrici della stessa ispirazione..Ecco la cosa più intrigante. Pensando a Lichtenstein ti vengono subito in mente il pop e i fumetti, che percarità, sarebbero già bastati a renderlo grande. Ma la parte del lavoro su cui questa mostra mette l’accento sono i capolavori di reinterpretazione della storia dell’arte. Opere ispirate all’arte cubista, espressionista, futurista, modernista, rivisitazioni della pittura di genere con nature morte e paesaggi.

Insomma, a colpi di stencil e magna ( a proposito: qualcuno sa cos’è? Una meraviglia!) Lichtenstein ci porta a lezione di storia dell’arte. E per la prima volta mi trovo a comprendere Picasso. Questa è la cosa davvero più strana e affascinante. Attraverso la decostruzione e ricomposizione di stili e opere improvvisamente ti appropri di decenni di pagine di manuali. Lichtenstein diceva qualcosa come: voglio riprodurre il significante, non mi interessa quale sarà il significato. E cacchio quanto è vero. In un colpo solo ti insegna il senso dell’art pour l’art costruendo quadri belli e basta e ti fa capire il valore di uno stile, il significato di una scuola. Insomma, è come crepare dal ridere guardando Blue Harvest dei Griffin quando non hai mai apprezzato Star Wars!

Mammamia quanto l’ho fatta lunga…
Di Schiele vi parlo domani.

Per ora concludo al grido di: Viva il Pop!.. perché è colorato, perché non pretende di strappare l’anima ma si accontenta di una risata, perchè è bello e basta, perché i quadri pop li puoi tener in cucina…
E poi diciamolo. Solo noi figli degli anni ’80 riusciamo ad apprezzare come si deve il poliuretano, la gomma e un bel pezzo di plexiglass!

4 commenti:

  1. (Bellissimi i tuoi tag :D)
    Senti, io ti voglio come biografa ufficiale, non che ci sia granchè da raccontare della mia vita, anzi forse proprio per questo. Come racconti tu, ogni cosa è un'avventura meravigliosa. Scritto da te, Marcovaldo sarebbe un supereroe. Quindi ti voglio sempre con me e che racconti tutto.
    Love love love,
    Anonjmo...

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  2. ma va la...
    anche io ti voglio sempre con me anonjmo.

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  3. rimane il fatto che quella è stata una giornata straordinaria...direi che è quasi comodo fare delle gite con te: è come avere la certezza del ricordo!!!
    brava darkene!
    dobbiamo organizzare dei tour guidati alla presenza del biografo!!!

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