martedì 30 dicembre 2014

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E' necessario scrivere di un altro anno che se ne va?
Quantomeno è un pretesto valido.
E' che quando un anno finisce io poi non mi ricordo mai bene quando è iniziato...non so esattamente cosa ne ha fatto parte...
Però...però questo 2014 è stato un anno piuttosto speciale.
Anno di grandi inizi, il mio lavoro tutto inventato.
Anno di grandissimi ritorni: un'amica sorella che mi è così vicina al cuore, una manciata di fratelli che innaturalmente mi erano stati strappati, un uomo che ho amato, un Principe che non mi tratta da Regina.
Anno di persone nuove, soprattutto una piccolissima che mi ha stregato, un uomo bellissimo che mi ha insegnato a mangiare e ha cambiato la mia vita, un "fidanzato di..." che chiamo già Amico.
Anno di piccole mani che sto imparando a stringere, di boccacce, disegni, palloncini.
Anno di dolori per le mie sorelle che vorrei così tanto veder tornare a ridere.
Anno di viaggi, conferme e colpi di fulmine...Berlino che è diventata un cuore sull'atlante, Parigi dell'anima mia, Firenze sempre così amatissima.
Anno di un disco e di un concerto che mi hanno cambiata per sempre.
Anno di tatuaggio, e non è proprio poco.
Anno di oroscopi che ci hanno azzeccato, e spero continuino a farlo, almeno per i prossimo anno...
Anno di dieta. E poi di guardarsi allo specchio e cominciare ad intravedere, con i contorni sempre più nitidi, la donna che sogno di essere.
Anno del mio romanzo, che è tornato ad essere la cosa più importante.
Anno fatidico...di un compleanno così temuto, celebrato con una festa perfetta e che alla fine non ha provocato dolore...
Anno di grandi consapevolezze.
Anno pieno di costruire, che per me è una cosa così nuova ché io che di costruire non sono stata capace mai.

Saluto il 2014 con vortici di sogni, occhi che brillano, mani che non stanno ferme.
Ho così tanti buoni propositi, che mi ci vorranno almeno tre 2015 per mantenerli tutti...
Ma accetto la sfida.
Anche se continuo a non saper perdere.








sabato 20 dicembre 2014

Gli zombie di Natale.

Stavo per scrivere l'ennesimo post triste e cattivo sul Natale, che ormai pare essere diventato il mio peggior nemico.
Poi mi sono ricordata che ne ho scritti così tanti l'anno scorso...e valgono ancora tutti, quindi se avete proprio voglia di sapere cosa penso del Natale, andate a destra dello schermo, cliccate "2013", poi "dicembre" e via...chi più lacrime e cinismo ha più ne metta.

E' che sono troppo propensa alla Pasqua per amare il Natale.
E sono quelle dicotomie assolute: cani o gatti, estate o inverno, mare o montagna, Natale o Pasqua?
Quest'anno poi sono sommersa di lavoro che odio, problemi che non hanno soluzione, impegni che mi annoiano, persone sbagliate che mi si insinuano sotto la pelle.
Splendi, dice il mio oroscopo.
Ma io ci provo, dannazione. Ci provo.
Ma voi state così attaccati al passato, all'abitudine...avete le unghie che sanguinano e i polsi spaccati in due in questo tentativo fottuto e fallito prima di iniziare di tenere insieme le cose che si sono rotte.
"E' che siamo circondati da deboli" ha decretato Sfinge.
E'che la vita scorre. In avanti, sempre. L'acqua che stagna marcisce.
Ma come fate a non sentirne il fetore?

Il mio lucente passato mi manca ogni giorno.
Forse la mia fortuna è che i morti sono morti davvero.
E non restano come zombie appiccicati al mio collo.

E per tornare al Natale...
Si salvi chi può.
E cercate di evitare gli zuccheri raffinati.