mercoledì 29 luglio 2015

Birthday Cake.

Le meilleur, c'est un sommeil bien ivre, sur la grève...

(Arthur Rimbaud) 

...ho infornato la mia piccola torta.
Ho mescolato ogni ingrediente con cura.
Ci ho messo una buona dose di solitudine. Quella che mi fa una paura folle e che dovrei imparare.
Una manciata di entusiasmo perduto...che ero andata a cercare fino sulla luna.
I sogni per i quali mi manca il coraggio setacciati con precisione.
L'amore che non sento e che non provo, l'ho montato a neve perché tutto fosse più morbido.
Ho separato con cura la delusione e le aspettative tradite, che vanno amalgamate una dopo l'altra.
Un filo di paura, che dà gusto senza appesantire.
Un pizzico di nostalgia, perché con quella bisogna stare sempre attenti.
La malinconia l'ho spalmata sul fondo.
L'impasto è un po' amaro, e insipido e la puzza di bruciato ha già invaso la stanza.
Ma è la mia piccola torta e io sono orgogliosa di lei.
La mangerò tutta accompagnata da un vino frizzante.
E da domani...facciamo che sia un altro giorno.

venerdì 24 luglio 2015

Maison Margiela Artisanal Review

Necessario è il termine chiave. Questo è John Galliano per la Haute Couture..
Perché di grandi sfilate se ne vedono alcune, di quelle che ci fanno fare grandi cenni del capo, usare aggettivi positivi, scrosciare un bell'applauso finale.
Di sfilate necessarie, invece, se ne vede una a stagione, se si è davvero molto molto fortunati.
Da quando Galliano è tornato a creare, ci sentiamo molto molto fortunati.
Maison Margiela manda in passerella una collezione che dà i nomi alle cose, definisce direzioni, inventa strade nel deserto.
Il Salone d'Onore del Grand Palais è un enorme spazio vuoto dove tutto può accadere. Bisogna fare tabula rasa nella propria immaginazione per specchiarsi nella lunghissima passerella e vedere il futuro.
E l'aria che si respira mentre si aspetta l'arrivo del primo abito della collezione è quello a cui Galliano ci ha abituato: questa meravigliosa sensazione che tutto possa accadere. Che non ci sarà più nulla come prima nella tua enciclopedia estetica.
Galliano governa spazio e tempo: e così una scarpa può sembrare insieme un artefatto dell'età della pietra con un tacco d'acciaio che farebbe invidia ad un robot del prossimo millennio. E su un abito tagliato con il laser indossato da una venere marziana campeggia una pittura da scena di caccia ottocentesca.
E poi il Giappone si fonde con Yves Klein. E Klimt si fascia di vinile nero.
I verdi sono abbaglianti. I blu definitivi. Ma in mezzo c'è tutta una tavolozza che va dagli ori barocchi ai bianchi siderali.
E poi ci sono i materiali: un povero sacco di juta che diventa un'opera d'arte ricamata a mano con motivi da grand bal, piastre d'acciaio, rete, nylon, tagliati e trattati come sete preziose.
E poi arriva lei.
"Madame le Pigeon" l'ha chiamata Galliano. E' una sposa surreale avvolta da nuvole bianche. Incede magnifica, ammicca con lo sguardo e per un attimo sembra di essere tornati ai fasti di Dior. Giusto il tempo di accorgersi che è plastica quella che avvolge il suo strascico e la tradizionale veletta sugli occhi è tatuata sulla pelle.
perché la donna di John Galliano ha visto il futuro. 
E noi con lei.




lunedì 13 luglio 2015

Cronaca della settimana più incredibile della mia vita...

Oggi è lunedì.
Quindi è ufficiale. Sono sopravvissuta alla settimana più incredibile della mia vita.
E' cominciata con un sushi torinese insieme alla Sfinge e al mio Musetto.
Senza troppe scene di panico sono riuscita a comprare una camicetta bianca e una lunga gonna plissé che mi fanno sentire una piccola Regina pronta a tornare alla corte del suo Re.
E sì.
Perché la vostra Cenerentola è stata nuovamente richiesta a Palazzo.
E questa volta a Parigi, durante la settimana della Couture.
Rimando a presto un racconto dettagliato, questa volta non permetterò all'emozione di zittirmi.
Per ora diciamo solo che martedì sono salpata verso Madame Paris.
E che Parigi è sempre una delle cose più belle che possano capitare nella vita di una persona. Soprattutto se ci vai per assistere ad una sfilata di John Galliano e se poi lì ti aspetta uno dei tuoi migliori amici.
Prima c'è Michel, uno splendido medio-orientale che ti fa uno shampoo e una piega da brividi.
Poi passeggi per Saint-Germain e ti senti così diva.
E il Dottore. Che non ci vedevamo da un anno ma è sempre come se ci fossimo lasciati da un minuto. Baci e abbracci, una birra a Montparnasse, e lui che ti dice che sei bella, e ormai questa è l'unica cosa che vuoi sentirti dire.
Una cena très jolie, il vino rosso, le risate...
Mercoledì arrivo al Grand Palais. Soffia un vento caldo.
Faccio le scalinate che mi portano al Salon d'Honneur tenendo la gonna sollevata, come ho visto fare a tutte le principesse dei cartoni.
Il Salon è immenso.
Io mi sento minuscola...un corpo vibrante di gioia purissima.
La sfilata, ma cosa potrei dire? E' la quintessenza della couture che si disvela ai miei piccoli occhi voraci.
Poi, finalmente, quell'anelatissimo incontro...L'uomo più bello e gentile che mi si sia mai parato davanti, il Principe Azzurro vero. Alexis, styilist visionario, compagno di vita e di arte di John Galliano, che mi scorta nel backstage della sfilata, laddove nemmeno nei sogni più arditi si osa immaginare di andare. E ancora baci e abbracci e tenersi le mani come vecchi amici.
Non ho nemmeno tempo di darmi un pizzicotto per svegliarmi ed eccomi sotto la Tour. Ancora con il Dottore, un sushi veloce e la Fondation Yves Saint Laurent.
Poi, per decantare, una passeggiata in mezzo a De Chirico, Modigliani e Matisse parlando di cinema e futuro.
Giovedì si torna a casa. Dopo aver visto una mostra che raccoglie tutta la meraviglia che ha donato al mondo Jean Paul Gaultier.
Venerdì mi trovo al cospetto di Caetano Veloso e Gilberto Gil. Un concerto meraviglioso e dolcissimo, due leggende davanti agli occhi e così tanto amore intorno...
Lacrime di samba e su tutto quel momento incredibile quanto Veloso intona Terra! mentre Gil suona con gli occhi chiusi. E tu te ne stai lì così pieno di gratitudine verso il Creato...
E Sabato eccoci a Lucca.
Dopo così tanti anni di attesa, Sir Elton John.
E tu che fino a poco prima ti eri chiesta se non rischiasse di essere vero che troppe emozioni rendono insensibile ti trovi a piangere disperatamente perché ci sono momenti in cui tutto sembra davvero perfetto...il pianoforte, la sua voce potente, la notte, così tanta Bellezza.

Ho scritto questo post perché io sono il tipo di persona alla quale succede abbastanza spesso di pensare di essere completamente sbagliata.
Di fermarsi e dire: io non ce la posso fare a vivere una vita così difficile, per la quale non sono attrezzata e per di più senza mio padre, l'unico uomo che abbia mai amato.
Ce ne sono a fiumi di giorni così.
Ma poi arrivano anche altri giorni.
I giorni dei sogni che diventano realtà grazie al tuo lavoro d'Amore costante.
I giorni in cui sai che non c'è un posto migliore nell'universo che la Tua Vita, qui e ora.
I giorni in cui la Musica ti riempie l'anima così forte.
E poi male che vada...avremo sempre Parigi.