lunedì 25 febbraio 2013

And the Oscar goes to...Tragicomiche perle di saggezza.

Eccomi qui...
Potevo esimermi io dal parlare degli Oscar?
Dopo John Galliano sono il mio argomento preferito, you know.
Anche se quest'anno mi capitano nel weekend elettorale, il che scompiglia un po' le priorità perfino di una fashion addicted like me.
(Valga lo stesso per le sfilate di Milano...ma vabeh, poi magari due righe salteranno pure fuori).



Dunque...
So bene che vi aspettereste di sapere qualcosa sugli abiti. Ma francamente erano quasi tutti assai noiosi.
Quindi facciamo così: io vi butto lì qualche eprla di saggezza sui protagonisti, ogni tanto dico qualcosa sui vestiti e poi andiamo ad occuparci delle sorti di questo paese.




TRAGICOMICHE RIFLESSIONI SPARSE SUGLI EVENTI ACCADUTI IN TARDA NOTTE (per noi) AL DI LA' DEGLI OCEANI

- Ho un pregiudizio su Jennifer Lawrence. Secondo me se hai una faccia così, nel senso così bella, che potresti girare il mondo 7 volte e non ne troveresti una uguale, puoi essere pure la più brava ma mai e poi mai sarai vera. Ed io ad un'attrice chiedo solo questo, Sii vera.

- Detto questo...in che mondo siamo finiti se una poveraccia con un vestito maledetto che peserà 80 kili e 26 centimetri di tacco (dopo che ricordiamolo: con questi abiti pseudoDior addosso sia lei che la Cotillard avevano già avuto incidenti) viene lasciata cadere dalle scale?
Ma con tutti i bellimbusti che fanno da sfondo al palco uno che abbia l'ingrato compito di dare una mano a queste donne totalmente prive di portamento a salire le scale non lo trovano?

- Ben Affleck, amico mio. Già sei un prediletto e pure un cicinin paraculo...ma se ti scoccia così tanto vincere un Oscar, torna a far vedere i tuoi muscoli su una barchetta con Jennifer Lopez e non se ne parli più!
Tra l'altro molto apprezzabile il ringraziamento agli amici in Iran...scommetto che ne avete molti eh...

- Che cosa è successo a Jack Nicholson? Sì è mangiato il nido del cuculo con tutta la nidiata dentro senza masticare, e ora l'allegra famigliola gli prolifica nello stomaco?

- La mamma è la mamma anche per Daniel Day Lewis, che si commuove dedicandole il premio. Che Dio l'abbia in gloria, Daniel intendo...Ho visto Nel Nome del Padre a 12 anni e a pensarci mi viene ancora mal di stomaco. Grande, grande, grande.

- E a proposito di glorie e benedizioni, sia sempre benedetto Ang Lee per averci dato Brokeback Mountain e perchè il suo "Thank you movie God" è il ringraziamento più bello che abbia mai sentito fare de quel palco!
Ciò non toglie che preferirei farmi un clistere di caffè con Demi MOore che guardare Vita di Pi, ma tant'è. Sorridiamo sornioni insieme al grandissimo sempiterno Steven Spielberg (tra l'altro credo sia proprio lui il Movie God di prima!)

- Chi è l'hair stylist di Charlize Theron? C'è la pena di morte negli States, no?

- Quentin Tarantino è una delle cose migliori che siano capitate alla storia del cinema. Forse un giorno l'Academy lo capirà. Cmq secondo me la statuetta che gli hanno dato è falsa.

- Anne Hathaway è la donna più scontata del mondo. Seconda solo ad Adele. Tutto quello che fa appare perfetto (non a me, sia chiaro) e guardarla recitare è più noioso che guardare due trogloditi giocare a Black Cops...
Notate la sua faccia mentre dicono il suo nome: perchè, c'erano altre candidate?

- Adele mi fa venire l'orticaria. C'è solo una cosa che depone a suo favore: è una grassa vera (e conferma come sempre che solo di tende si possono vestire le grasse). E ho finalmente scoperto che ha un cognome.

- Credo che Michelle Obama diventerà presidente degli Stati Uniti.

- Dato che ci raccontano sempre che Jessica Chastain è così raffinata perchè è mezza francese perchè non le hanno insegnato a pronunciare la parola Amour? E sempre a proposito di ciò, Haneke è austriaco e mi va bene, ma se per ringraziare dice "Senchiù" fa più che altro la figura del cinese...

- Amour è un film di cui io non riesco a vedere nemmeno due fotogrammi di seguito. Ho ragione di pensare che sia un film eccezionale. E che Emmanuelle Riva avrebbe meritato l'Oscar.


Ebbene....
Per ora la chiudo qui.







giovedì 7 febbraio 2013

Quello che avrei voluto raccontarvi....

Avrei voluto raccontarvi una storia.
La storia di una giovane donna con gli occhi di bambina, che ama follemente ridere.
Una giovane donna molto sopra le righe.
Una giovane donna grassa, molto lontana dal canone di bellezza in voga, che ama dire quello che pensa e a volte lo fa in modo fin troppo chiaro, cresciuta in mezzo alle colline, figlia di una famiglia di artisti e sognatori senza amici altolocati...
Una giovane donna laureata con il massimissimo dei voti, che di solito svetta per cultura, passione, intelligenza, perfino dotata di un grande talento.
Una giovane donna che non finge di divertirsi alle feste, che non beve solo perchè fa figo, alla quale è stato insegnato che il valore più grande è la libertà.
Bene.
Avrei voluto raccontarvi di come il sogno più grande di questa giovane donna fosse quello di lavorare con i vestiti, nel luccicante, mirabolante, mozzafiatante mondo della moda.
Di come, proprio nel momento più difficile della sua vita, salutando per l'ultima volta suo padre, la giovane donna avesse deciso di provare a seguirlo, quel sogno, trasferendosi nella città più bella d'Italia, frequentando una scuola prestigiosa dove non c'era nemmeno una persona uguale a lei.
E di come laggiù tutti l'avessero eleogiata e presa ad esempio, trattata con guanti bianchi e grandi sorrisi.
Di come per un attimo la giovane donna avesse pensato di essere sulla strada del suo sogno.
E' una sensazione così bella e così rara...potersi vedere all'inizio del sentiero, scorgere le curve e i tornanti, e le salite...ma sapere di essere al posto giusto.
Poi avrei voluto proseguire spiegandovi quello che la giovane donna aveva fatto. Di come ce l'aveva fatta.
A modo suo.
Di come avesse acchiappato il suo sogno e fosse entrata con incedere magnifico, anche se magari non proprio elegantissimo, nella vita che si era disegnata.
Senza soldi, senza Bellezza, senza elargire sorrisi prepagati in cambio di favori profumati, senza amici di amici di amici...Di come avesse vinto Lei.
Perchè, vi avrei detto...Basta crederci! Siamo chi vogliamo essere! Siamo il nostro unico ostacolo! Life is there for the taking!

E invece...
E invece no.
La storia è tutta vera, diciamo fino al punto in cui la giovane donna è all'inizio della strada.
Poi..improvvisamente, non è nemmeno chiaro come, tutte quelle cose che le mancano diventano macigni che si stagliano per il sentiero.
Mentre intorno a lei una squadra di benpensanti,  patinati, con i vestiti giusti, cognomi pesanti, agevolmente corre per la sua via, spappolando le pietre con le carte di credito e i denti sbiancati.

Non sono mai stata una che si piange addosso. Non sono proprio una che piange, in genere.
Però però...
Io continuo a sperare nel maledetto lieto fine.
Forse la giovane donna ha solo sbagliato sentiero.
Forse ha sbagliato paese.
Sicuramente ha sbagliato, è questa è una colpa sua.

Stay tuned.
Domani è un altro giorno.
Forse prima o poi riuscirò a raccontarvela la storia del mio sogno...

mercoledì 6 febbraio 2013

Anche voi siete una famiglia?

Ho una carissima amica di 5 anni.
E' una personcina eccezionale.
Superintelligente, di indole non molto allegra, pare aver capito moltissime cose di come va il mondo.
Per via della fatidica e naturale marcia n più e per via di una mamma e un papà, qui lo dico senza alcuna retorica, davvero speciali.
La mia piccola amica qualche giorno fa è andata in biblioteca.
Il libro che ha scelto di portare con sè si chiama "Piccolo Uovo" ed è la storia, raccontata da Francesca Pardi e illustrata da Altan, di un ovetto che gira il mondo alla ricerca della famiglia ideale in cui nascere.
Nel suo viaggio incontra famiglie di ogni tipo...due mamme gatte, dua papà pinguini, un'ippopotama single, una cangura e un canguro genitori adottivi un cane e una cagnetta con i loro cuccioli...
E' un libercolo pieno di grazia  e colori che racconta con estrema naturalezza quanto variegato e variopinto sia il concetto di famiglia oggi.
Ecco.
La mia piccola amica lo ha sfogliato con passione. Si è fatta raccontare tutte le famiglie.
E non ha trovato nulla da ridire.
Nulla che non fosse assolutamente normale.
Con estrema tranquillità ha concluso evincendo che Piccolo Uovo sarà figlio "delle galline" e ieri sera è andata a fare la nanna con il libro sottobraccio.

Oh mio Bel Paese, tu quando li compierai 5 anni così pieni di saggezza?





 Grazie della lezione Piccola Grande Auri!



martedì 5 febbraio 2013

Dei sogni e degli incubi racchiusi in uno scatto rubato......


Oggi mi sono svegliata...e avevo in mente due immagini.

La prima è del novembre 1996. Ritrae un giovane uomo sorridente accanto ad una principessa.
Lui è tutto vestito di nero, sembra uno sposo con tanto di fiore all'occhiello, e appare forse un po' ingessato, sicuramente intimorito, con quel naso troppo grande e la faccia da picaro impenitente.
Lei ha un abito di una semplicità e insieme bellezza straordinarie, una sottoveste impalpabile blu con il pizzo che pare uscita da un sogno.
La seconda è una foto di lunedì scorso.
L'uomo è lo stesso della prima foto. La principessa non c'è, è volata via da tanto tempo. Al suo posto c'è un signore dalla stazza importante e la sciarpa rosa.
Lui è ancora vestito di nero, questa volta sembra più a suo agio con i capelli sciolti lunghi sulle spalle, un foulard legato al collo...
Non sorride, il volto è tirato.
I due scatti ritraggono rispettivamente un inizio e una fine distanti 17 anni.
All'inizio c'era John Galliano accanto a Lady Diana durante il MET Ball, una delle occasioni più fashion dell'anno, lei indossava il primo abito della storia firmato da lui per Christian Dior, di lì a poco un certo Monsieur Arnault, il proprietario del marchio, comprato per scommessa, avrebbe dichiarato: "Ho guardato ad ogni singolo designer al mondo, e ho deciso che Galliano era l'unico".
Alla fine c'è John Galliano che si dirige a testa alta verso il Conseil des prud'hommes, il tribunale di primo grado francese, accanto al suo corpulento avvocato, per dare inizio ad una causa di cui si parlerà molto, per un licenziamento senza giusta causa, lui contro Dior.
Quindici anni di grandi sorrisi pubblici, di trionfi, di feste e parole belle.
Poi "the madness of disease", l'ha definita John Galliano, la follia della malattia, la conseguente  rottura, tragica, ne ho parlato mille volte, J’ai pensé qu’il valait mieux nous quitter sans un adieu, e, alla fine, un tribunale, che dovrà decidere cosa spetta a chi.
In fondo molte storie d'amore vanno così.
Prima i sorrisi, poi un dolore che si è incapaci di dividere, e infine un tribunale.
E' una cosa che lascia tristezza e bocca amara.
Eppure qualsiasi storia che si racconta deve finire, e la fine dà la morale.

Ecco.
La mia riflessione di oggi finisce qui.
Non parlerò di soldi, di torti, di ragioni.
Solo di favole senza lieto fine.
Del tempo che corrode tutto.
Dei sogni e degli incubi racchiusi in uno scatto rubato...