venerdì 28 maggio 2010

A single Man photos...

E per deliziarvi...
Direttamente dalla mia tesina di storia culturale...



( Tom Ford e Colin  Firth, A Single Man set, by Eduard Grau)



(Tom e Julianne Moore, A Single Man set)

foto

Dolcerrimi...
Schiele si allontana, il mio tempo scarseggia...
Ma per farmi perdonare oggi tante foto...
Questa è la prima, che esprime la mia felicità per l'arrivo della meravigliosa stagione:




(still life with Haring and Red Fruits)

giovedì 27 maggio 2010

;-)

Amici miei quanto mi è odioso stare al computer quando fuori splende il sole…


Eppure sono rimasta terribilmente indietro con i miei racconti di vita. Abbiamo una mostra su Schiele in sospeso, no? Sì, vabeh. Ma non illudetevi che stia perdendo ore di abbronzatura per voi! E che devo consegnare una dannata tesina di storia culturale… quindi dovrò pur finire di scriverla?

Intanto il mio unico dente del jiujitsu se n’è andato per sempre, oggi Il Dottore (nome con cui viene confidenzialmente chiamato il mio dentista) ha dato un taglio ai punti e via… Ho la tremenda impressione che questa cosa finirà con l’influire in qualche modo sulla mia vita… Non li chiameranno “del giudizio” a caso, no? Mi chiedo solo come farò a vivere in modo ancor meno giudizioso di come ho fatto finora…

lunedì 24 maggio 2010

Michael Stipe per YouTube

Oh...mi stavo dimenticando che volevo dire un'altra cosa.
Dunque, chi mi conosce sa che ho un universo costellato di miti ed eroi...non sono moltissimi ma sono loro incredibilmente devota.
Uno di questi è Mr. Michael Stipe.
Ecco. Volevo dire che sono incredibilmente orgogliosda di essere sua fan.
E che quando uno è un genio lo è sempre e comunque.
E io amo i geni.
Tutto questo patagnac per introdurre 5 video...Sono il regalo di Michael Stipe a YouTube...
Praticamente la quintessenza del video idiota di youtube per fargli gli auguri...
Io li posto (no..posto il primo, gli altri guardateveli da lì!!!) ed è il mio modo per dire a Mr. Stipe che sono pazza di lui e a YouTube, un po' in ritardo: Buon V Compleanno YouTube!!!


YouTube, Stipe 1

Viva Il Pop, Roy Lichtenstein a Milano





(Still Life with Goldfish, 1972, Oil and Magna on canvas , Private Collection © Estate of Roy Lichtenstein)

Venerdì si parte, non troppo presto, il sonno è sacro.


Abbiamo deciso come morire: le due mostre di punta della stagione milanese, Roy Lichtenstein alla Triennale + Egon Schiele a Palazzo Reale in un solo giorno.

Come dire: sul K2 e ritorno senza passare dal via. Perché quello che ci aspettiamo è la stessa vertigine, lo stesso fiato corto in gola..come diceva il nostro eroe Arthur? “Ho preso la bellezza sulle ginocchia, e l’ho trovata amara, e l’ho ingiuriata”.

Borsa elegante in spalla, e via.

La spedizione è composta dalle solite intrepide, Io e le altre 3 Sorelles, che nonostante alcuni terremoti e incendi della vita continuano belle dritte sulla loro strada. Non centra niente, ma ci tenevo a dirlo.

Decidiamo di stravolgere ogni logica temporale e trotterellando in mezzo a Parco Sempione raggiungiamo la Triennale di Milano. Accidenti quanti bei ricordi. Un incontro struggente e dolcissimo con Keith Haring, momenti strazianti e perfetti con Basquiat, le lacrime per Armani..

La Triennale è un posto magico. Sarà che per arrivarci devi sbarcare alla stazione Cadorna, con quel monumento perfetto a Milano e all’Italia che è l’enorme ago col filo colorato. Mi fermo 5 minuti a guardarlo ogni volta. Poi costeggi il castello Sforzesco, entri nel Parco..ed eccola lì. Con quell’architettura pessima che solo nel nostro Bel Paese potremmo riservare ad un edificio del genere..Però poi entri..

E dentro fa schifo lo stesso. Soprattutto se pensi ai musei del mondo. Però, però. Io mi ci sento a casa, faccio il mio biglietto, posteggio la borsa al guardaroba. E poi le stanze sono sempre uguali..e fa l’effetto di quando cambi i mobili a casa, che per un attimo ti sembra di vedere quelli vecchi, ma poi passa subito e ti sembra che quello che hai ora sia sempre stato lì.

Roy Lichtenstein, Meditations on Art, è una mostra curata da Gianni Mercurio. Quindi anche qui cado sul morbido visto che le mostre più belle a cui ho assistito negli ultimi anni sono tutte opera sua (a proposito..posso ringraziarlo qui pubblicamente?).

Gli spazi della Triennale peccano forse di scarsa follia estetica ma sono assolutamente giusti per una mostra, stanze larghe, bianche..
Il percorso si snoda in modo non diacronico ma raggruppando insieme le opere (tente, che bello!) debitrici della stessa ispirazione..Ecco la cosa più intrigante. Pensando a Lichtenstein ti vengono subito in mente il pop e i fumetti, che percarità, sarebbero già bastati a renderlo grande. Ma la parte del lavoro su cui questa mostra mette l’accento sono i capolavori di reinterpretazione della storia dell’arte. Opere ispirate all’arte cubista, espressionista, futurista, modernista, rivisitazioni della pittura di genere con nature morte e paesaggi.

Insomma, a colpi di stencil e magna ( a proposito: qualcuno sa cos’è? Una meraviglia!) Lichtenstein ci porta a lezione di storia dell’arte. E per la prima volta mi trovo a comprendere Picasso. Questa è la cosa davvero più strana e affascinante. Attraverso la decostruzione e ricomposizione di stili e opere improvvisamente ti appropri di decenni di pagine di manuali. Lichtenstein diceva qualcosa come: voglio riprodurre il significante, non mi interessa quale sarà il significato. E cacchio quanto è vero. In un colpo solo ti insegna il senso dell’art pour l’art costruendo quadri belli e basta e ti fa capire il valore di uno stile, il significato di una scuola. Insomma, è come crepare dal ridere guardando Blue Harvest dei Griffin quando non hai mai apprezzato Star Wars!

Mammamia quanto l’ho fatta lunga…
Di Schiele vi parlo domani.

Per ora concludo al grido di: Viva il Pop!.. perché è colorato, perché non pretende di strappare l’anima ma si accontenta di una risata, perchè è bello e basta, perché i quadri pop li puoi tener in cucina…
E poi diciamolo. Solo noi figli degli anni ’80 riusciamo ad apprezzare come si deve il poliuretano, la gomma e un bel pezzo di plexiglass!

Un po' di spazzatura...

Rieccomi. Dopo un po’ d’assenza.

Ho avuto le stelle contro per qualche settimana. E la cosa mi ha infastidita non poco.
Aggiungiamo che il decoder è di nuovo saltato in aria e non posso vedere Beautiful…
Vabeh.
Però secondo il mio spacciatore di oroscopi le cose stanno per mettersi a posto…e l’estate mi porterà fuochi d’artificio a go-go…Mi fido.
Torniamo a noi…
Oggi parliamo di Mostre Meravigliose e Vecchi Amici.
;-)
                                   (foto esplicativa del giorno: un po' di spazzatura)

martedì 18 maggio 2010

Adieu Incantatore di Basilischi... per EdoardoSanguineti.

(Edoardo Sanguineti, fotografato da Paolo Dondero, Genova, anni'60)


c’ero una volta io, disperato e vivo:

                                                       e ho piegato per sempre la mia testa sopra il tuo grembo.

chissà se prima di andare hai avuto quel breve momento di consapevolezza che ti auguravi.
Chissà che faccia farai quando vedrai che Dio esiste davvero… se strabuzzerai gli occhi da rana, arriccerai l’enorme naso, sarai serio o felice.

il fatto è fatto, e ho amato ciò che ho amato:
scritto è lo scritto.

mi permetto, sai, di darti del tu. E di parlarti come farei ad un amico, perché forse fra pagliacci di parole è sempre come se ci si conoscesse da sempre.
e poi tu sei uno di quelli che ho sempre detto:
                                                                      un giorno gli stringerò la mano.

la mia virtù fu la spudoratezza […] la mia sola virtù fu il pudore.

non c’è un addio che si spieghi. Ma quando partono i poeti è come se si strappassero le radici di un fiore a mani nude. “Dovrebbero volare come gli angeli” mi ha detto la metà della mia Anima poco fa.
e io credo sia dannatamente vero.

ma adesso che ti ho visto, vita mia, spegnimi gli occhi con due dita, e basta:

E poi oggi mi è pure scappata la Musa.
                                                    e dire che io e te non ci siamo nemmeno mai così capiti. e credo
                                                                            non amassi la retorica, almeno quanto io la amo.
quindi vedi, che pessima accoppiata…



e poi è vero, certo: qui tutto
                                     [è niente:
                                                  (e questo niente è tutto):

ti saluto Poeta.
è un po’ più misero da oggi questo mikrokosmos.

vi lascio cinque parole, e addio:
                                                   non ho creduto in niente:



il corsivo e di Edoardo Sanguineti, tratto dalla raccolta Mikrokosmos

sabato 15 maggio 2010

Pensiero Triste per una Libellula.

Con affilata precisione mi capita di constatare quanto confina ancora il nostro sentire, quanto posto ti ho lasciato nella mia anima perché tu ne ricavassi un piccolo nido al riparo dalle nubi, quanto ridere insieme nei pomeriggi lunghissimi di agosto.


Nei miei sogni sei sempre tu, bella, triste. Ma poi mi sveglio e sei lontanissima.

Hai notato che non ci guardiamo più negli occhi quando ci incontriamo?

Soffro per non aver capito.

Cosa non ci siamo meritate?

Me lo chiedo mentre scatto brutte foto e le ore passano e io non le so contare.

mercoledì 12 maggio 2010

...Pronti, partenza...CANNES!

E si parte. Al via Cannes 63. E diciamolo: la mostra del cinema più radical chic di tutte...
Cosa ci aspetterà?
Intanto io ho preparato un elenco dei film in concorso...così ci facciamo un'idea...




ANOTHER YEAR, Mike Leigh, (UK).

Una sciarada di storie e sentimenti, nascita, morte, amicizia e amore che si dipana nel corso di un anno nella vita di una famiglia.


BIUTIFUL, di Alejandro Gonzalez Inarritu, (Spagna-Messico).
Un uomo ambiguo che è un padre devoto. Fantasmi dal passato. La ricerca della redenzione.
L'atteso ritorno sugli schermi di Javier Bardem.


COPIE CONFORME, Abbas Kiarostami, (Francia-Italia).
Il vero e il falso tra arte e vita in uno scorcio di Toscana.


DES HOMMES ET DES DIEUX, Xavier Beauvois, (Francia).
Otto monaci cristiani vivono in Maghreb condividendo la quotidianità con fratelli musulmani, tra preghiera e lavoro. Un attentato terroristico sconvolge ogni cosa...
Liberamente ispirato alla storia vera dei monaci di Tibhirine.


FAIR GAME, Doug Liman, (USA).
Una donna, agente della CIA, cerca di salvare la sua famiglia, la sua carriera e la sua reputazione messe a rischio da chi vuole farle pagare le controverse verità sul governo americano svelate da suo marito alla stampa.
Naomi Watts torna a fare coppia con Sean Penn.


HORS LA LOI, Rachid Bouchareb, (Francia, Algeria, Belgio; Tunisia, Italia).
Accusato di essere un film anti-francese, racconta le vicende di tre fratelli algerini che si ritrovano in Francia dopo essere fuggiti dall'Algeria all'indomani della seconda guerra mondiale.


LA NOSTRA VITA, Daniele Luchetti, (Italia)
La vita di un uomo sconvolto dalla morte della moglie che va alla ricerca della sua idea di felicità.
Unico film italiano in concorso, il regista lo ha definito “furioso e vitale”. Il protagonista è il solito Raoul Bova.


LA PRINCESSE DE MONTPENSIER, Bertrand Tavernier, (Francia-Germania)
1562, un'ereditiera di cui tutti si innamorano, guerre di religione, amore, intrighi, cavalli e cavalieri...


LUNG BOONMEE RALUEK CHAT, (Uncle Boonmee who can recall his past lives).Apichatpong Weerasethakul, (UK, Tailandia, Francia; Germania, Spagna).
Il passato che torna sottoforma di spettri (veri), una riflessione sulla vita, la morte e la malattia. Il titolo inglese è


OUTRAGE, Takeshi Kitano, (Giappone).
Il grande Takeshi torna al genere yazuka (corrente di gangster movie giap). Una battaglia per la sopravvivenza fra le strade di Tokyo, clan si fronteggiano in una guerra senza eroi.


POETRY, Lee Chang-Dong, (Corea del Sud).
Un'anziana ed elegante signora si trova a fronteggiare un dramma nel quale sembra essere coinvolto suo nipotino: istigazione al suicidio di una compagna di scuola. Un film che parla di poesia, sospetto, perdono.


RIZHAO CHONGQING, (Chongqing Blues), Wang Xiaoshuai, (Cina).
Un viaggio, reale e metaforico, alla scoperta di sé attarevrso il dramma di un figlio perduto.


SCHASTYE MOE, (My Joy), Sergei Loznitsa, (Germani, Ucraina, Olanda)
Un camionista si ritrova allo sbando, sperdutonin un paesino della Russia dominato da violenza e follia.


SZELID TEREMTES - A FRANKENSTEIN TERV (Tender Son - The Frankenstein Project), Kornél Mundruczò (Ungheria, Germania, Austria)
Rilettura del Frankenstein di Mary Shelley. Un ragazzo torna a casa dopo anni di collegio e cerac di ricucire i rapporti con la sua famiglia.. Tra lo splatter e il dramma sociale.


THE HOUSEMAID, Im Sangsoo, (Corea del Sud).
Una cameriera si innamora del padrone di casa tra intrecci di relazioni che si sfaldano e tragiche conseguenze.


TOURNEE, Mathieu Amalric, (Francia).
Il Burlesque, la follia del teatro, lo squallore, Parigi...Un impresario che si lascia tutto alle spalle per seguire un sogno.


UN HOMME QUI CRIE, Mahamat-Saleh Haroun, (Francia, Belgio, Chad)
In un Chad sull'orlo di una guerra civile un uomo deve fare una drammatica scelta che coinvolgerà suo figlio.


UTOMLYONNYE SOLNTSEM 2: PREDSTOYANIE (THE EXODUS - Burnt by the sun 2), Nikita Mikhalkov, (Russia).
Seconda Guerra Mondiale, un padre e una figlia. Lui combatte al fronte, lei è infermiera. Amici ed ex nemici si ritrovano a combattere insieme per salvare la propria patria.

martedì 11 maggio 2010

Ciao Lee!


E così sono passati tre mesi da quando Lee McQueen ha deciso di volare via.

Forse troppo poco tempo per capire quanto mi manca. Dopo Parigi, dopo quelle splendide amazzoni bizantine vestite d’oro, sembrava che nulla fosse cambiato…continuavo ad aspettare che il genio ribelle saltasse fuori da dietro una qualche quinta, saltellando mentre raccoglie gli applausi.
E invece nulla. Una sfilata a porte chiuse, come un requiem a bassa voce.
Tre mesi sono pochi. Tutto intorno squillano ancora le trombe dei corvi: venghino venghino signori, a vedere, a comprare, l’ultima collezione di underwear, l’ultima collezione di occhiali, di abiti maschili…
E poi quando uno si suicida il gioco dei segni per la strada è fin troppo irresistibile.
Come se potesse fare una qualche differenza sapere su quale sito stava navigando o quali sostanze avesse assunto quel maledetto 11 febbraio.
Io so che un artista è morto.
Ma anche che nessun funerale seppellisce un artista.
Grazie di tutto, Lee.



(Alexander McQueen, F/W 2010)

La mia recensione a caldo di A Single Man

GEORGE + FALCONER


A Lezione di Cinema dal Maestro Tom Ford.


E' indubbio che parlare di Tom Ford per me significhi rinunciare a qualsiasi tipo di obiettività.
Tutto sommato non ci trovo nulla di sbagliato, non ho mai creduto fosse un valore, l'obiettività.
E' scontato che se tu sei un creatore di moda eccellente, un inventore di stili e un uomo di superba eleganza, che da estremo conoscitore dell'animo umano ha creato Bellezza a piene mani come mestiere per anni, parta nella mia personale scala di valori, da un gradino molto alto, qualsiasi cosa tu decida di fare.
Un film, poi. Tratto da quello che è praticamente uno dei miei tre libri preferiti in assoluto.
Sarà proprio vero che il caso non esiste.
Però, c'è quasi sempre un però; anni di facili entusiasmi e sorelle un po' ciniche mi hanno insegnato quantomeno una cosa: viva la prudenza.
E poi l'avevo letto fra le pagine dei critici: A Single Man è un film perfetto, così perfetto da risultare distaccato, è troppo patinato, sembra una pubblicità.
Dai, Tom Ford. Non dirmi che ti sei messo a fare l'americano. Questo temevo e questo non avrei perdonato.
Poi succede che aspetto per mesi, che medito una fuga a Venezia ma temo non ne valga la pena, e mi mordo le labbra ora, e poi attendo, e leggo critiche, e guardo il trailer e dico: “perfetto”, ma quante volte ingannano i trailer, e rileggo il romanzo e dico “perfetto”, come farà ad esserne all'altezza? E passa il tempo.
E finalmente, arriva il 15 gennaio. Uscita anticipata, addirittura. Per sfidare Avatar, dicono. Ed ecco che nella mia testa carosellano immagini dell'atavica lotta fra Davide e Golia, il piccolo bene e il grande male, la Pura Bellezza, balocco raffinato per veri artisti e la volgare azione condita di effimera tecnologia da milioni di soldi, pane raffermo per bocche cieche...oppure più prosasticamente...meglio non andare avanti. Qualche amico che è andato/andrà a godere del cameroniano nulla ce l'ho e vorrei tenermelo...
Me ne sto seduta in un posto qualsiasi del grande cinema un po' retro...Accanto a me ci sono alcune delle persone più importanti della mia vita, e questo già di per sé renderebbe questa serata speciale.
Guardo il film con un misto di attenzione ai particolari, abbandono alla Bellezza, timore che le persone insieme a me non comprendano...
Alla fine sono un po' spaesata.
Mi rassicura un po' quel “for Richard Buckley” che sul nero chiude il mio conto in sospeso da anni.
A Single Man è un film che atterrisce. Ed è tutto quello che riesco a pensare.
Non dico nulla...Mi godo Ambra, la mia eroina, che ha gli occhi pieni di luce mentre dice: “Ho una sola parola: Bello”.
Quel che resta è una sciarada di commenti...mentre corriamo da un capo all'altro di una Torino incredibilmente magica stasera, per cercare un posto dove mangiare, che ci permetta di tenere negli occhi ancora un po' di quella Bellezza.
Bellezza. La parola chiave. Perché non ci sono altri modi per dirlo. Ma è una Bellezza che solo in parte ha a che fare con la perfezione. E' qualcosa di ancora più intimo e più forte. E legato al sé, alla consapevolezza, e, ancora di più, alla giustezza.
A Single Man è un film indicibilmente bello perché è un film incredibilmente giusto.
Lo è nella precisione con cui Mr. Ford mantiene del romanzo di Isherwood non tanto la trama, anzi, quasi di ispirazione più che di trasposizione si potrebbe parlare, quanto l'essenza...che viene addirittura trascesa.
Riuscire a trasferire nelle immagini, soprattutto, e nelle parole, nella musica e nel montaggio, nel tragico e sempre problematico passaggio dalla pagina scritta all'immagine colorata tutto il senso, la forza e l'importanza di un libro come quello di Isherwood era una cosa molto difficile, andare oltre un'impresa impossibile.
Un uomo solo è un libro basato sul sentire sé, vivere sé, quando il mondo intorno è crollato. Sul provare a riposizionare se stessi tra le macerie, immergendosi nelle cose ma senza imbastardirsi, senza scendere a compromessi snaturanti con esse.
Isherwood arriva fino a qui. La morte coglie George e noi non siamo davvero sicuri che questo sforzo di integrità sia servito fino in fondo.
Tom Ford resta fedele all'essenza del libro, ti fa sentire come ti fa sentire il libro, ma allo stesso tempo, lo compie.
Scrive quella pagina in più che 50 anni di storia chiedono. Fa toccare con un dito, senza dirlo in modo sfacciato, la risposta: il professor Falconer (nella trasposizione ha guadagnato anche un cognome, e non è cosa da poco) ce la fa. Si bagna nel mondo e diventa un po' mondo, raccoglie Bellezze negli occhi degli altri, si specchia nelle loro anime frettolose, e solo così, pur non cambiando una nota nel suo dolore d'essere uomo, morendo, vince la Vita.
Ma non è un aggiustamento quello di Ford.
Non ha niente a che fare con la necessità del lieto fine. Che bisogno avrebbe potuto averne lui che sa perfettamente che un lieto fine può nascondere spettri insospettabili e terrificanti perché nessuno li può vedere, così ben camuffati dagli squilli delle trombe?
Quello che sceglie il regista è un manifesto programmatico. E' un messaggio civile necessario. Nasciamo e moriamo soli ma di quante cose belle ci possiamo nutrire cammin facendo?
E quale è il senso di una vita, se non questo sommare Bellezze dentro sé?
Non cambieranno mai la tua essenza d'esser uomo, ma la decoreranno, riempiranno...
Se il George di Isherwood non riesce a far entrare dentro di sé la vita e quindi muore, il professor Falconer di Ford viene minato minuto dopo minuto, in questo ultimo giorno lungo quanto una vita, dalla vita stessa. E muore lo stesso, lasciando però un'eredità.
E così accade una cosa strana. Accade che ora il romanzo e il film sono indissolubili. Sono due capitoli necessari in una logica di completezza e, finalmente lo possiamo dire, in questo senso, di perfezione. Ho usato il termine giustezza, e continuo a preferirlo, per evitare l'ambiguità della parola perfezione. A Single Man non è un film perfetto. E' un film giusto. E necessario.
George ha bisogno del suo Falconer per salvarsi e, salvare noi, soprattutto.
In questo consiste il lavoro straordinario di Tom Ford.
E poi potremo parlare delle interpretazioni superbe di un Colin Firth denso e doloroso, di una Julianne Moore incredibile, delle musiche e il coraggio dei silenzi, soprattutto, profondamente esatti.
E sarebbe tutto vero. Perché A single Man è oggettivamente un film straordinario, Come lo è il romanzo di Isherwood.
Ma se non si conosce la fonte si corre il rischio di perdere qualcosa, di considerarlo un film a tratti freddo e di non riconoscere l'altissimo livello anche dello sceneggiatore Tom Ford.
Sarebbe un imperdonabile peccato.
Ah, ancora una cosa.
Grazie di non aver fatto l'americano Tom...di non averci accontentato sempre, di non aver ceduto alla tentazione di spiegarci tutto, di aggiustare tutto.
E soprattutto grazie per aver messo tutta quella Verità a e quell'anima algida in questo film.
Forse avremmo potuto piangere di più, ma avremmo rischiato di perdere una grande lezione di Cinema. E di Vita.

P.S.
Poi l'abbiamo trovato un posto carino dove mangiare...e ridere un sacco.
Ci siamo lasciate con la promessa di pensare a qualcosa che non funzionasse nel film.
Nessuno mi ha ancora richiamato...

A Single Man- esce in dvd!

Oggi esce A Single Man, il film di esordio alla regia di Tom Ford, in dvd.
Che meraviglia.
Finalmente potrò guardarlo 880 volte di fila.
Per l'occasione ripubblico qui la primissima recensione che ne ho fatto.
Rileggendola mi stupisco di come questo film mi sia cresciuto dentro. Di quante volte mi sia fermata in questi mesi a ripensarci.
E' una prerogativa dei capolavori credo...quella di rimanerti appiccicati addosso. Eppure...A Single Man ha qualcos'altro ancora.
E' un film dannatamente onesto. La più grande qualità possibile per un'opera d'arte.
Dio quanto ti sono grata Mister Ford.
Mi sa che dopo la maratona in dvd avrò voglia di parlarne ancora...

lunedì 10 maggio 2010

AUGURI ZIO BONO!!!



(San Siro, 8 Luglio 2009)

In bocca al lupo...

Questo è un messaggio per una delle persone a cui sono più grata nella mia vita.

Vorrei che sapesse che so per certo che vincerà.
Che più il nemico è cattivo più il trionfo sarà dolce.
Che la tenacia del contadino batte la gramigna.
Io da qui tifo fortissimo…ho tappezzato lo stadio di striscioni, comprato un mucchio di trombette.
Ci sono ancora tante cose che ci deve raccontare, siamo ancora troppo piccoli e abbiamo così tanto bisogno delle sue parole.
Quindi tenga duro Prof…e lo faccia anche per noi che seduti ai nostri banchi continuiamo ad aspettarla.


347


When Night is almost done
And Sunrise grows so near
That we can touch the Spaces
It's time to smooth the Hair

And get the Dimples ready
And wonder we could care
For that old - faded Midnight
That frightened - but an Hour.

(Emily Dickinson)

venerdì 7 maggio 2010

Casta Diva

Volevo dirti che qui le cose non vanno bene quasi mai, eppure mi maschero da me stessa che sorride per rispetto al dolore degli altri.


Volevo dirti che qui fa freddo, fa un freddo cane, che non puoi nemmeno piangere se no ti si ghiaccia la faccia.

Volevo dirti che qui l'alba è sempre in ritardo, che ogni volta che sto per finire la conta delle stelle una nuvola mi offusca la vista e devo ricominciare da capo.

Volevo dirti che sto qui ad aspettare dietro ai vetri da un sacco di tempo. E che le briciole che ti avevo lasciato perché ritrovassi la strada si sono sciolte sotto questa pioggia che non finisce mai.

Tanti auguri a te, Casta Diva dell'Anima Mia.


(photo: courtesy of Lisa Lanfranchi)

martedì 4 maggio 2010

Pensiero per un compleanno...

E strano e un po' folle questo sommarsi di cose che passano e tutte insieme fanno una vita.
Alcune restano, molte altre si dissolvono.
E poi ci si incontra per caso da qualche parte, e si finge di essere vecchi amici, di avere ancora qualcosa da dirsi, un motivo qualsiasi per sorridere.
Quel che resta agli amanti è l'acqua del diluvio in un giorno di sole torrido.
Eppure non è forse questa frivolezza del sentire a salvarci dal dirupo?

prima bozza copertina...

Prima bozza disegnata della copertina di Che la Notte...
(di Laly Bellula, coautrice della copertina ufficiale)

Grazie Lali!!!
Sei una meraviglia!

lunedì 3 maggio 2010


About Oscar...

(Oscar's grave, Paris, June '08)

Recensione di "Che la Notte ti sia Lieve", di Paolo Orlandelli

Come Oscar Wilde scrive a Lord Alfred Douglas dal Carcere di Reading, così Fabiano scrive al suo amico scomparso, dalla prigione del suo dolore. "Che la notte ti sia lieve" è infatti una lettera che il narratore dedica ad una persona amata che ha deciso di porre fine alla propria esistenza; che scaturisce dal bisogno irrinunciabile di proseguire un rapporto dal quale si è stati brutalmente esclusi, di elaborare un distacco così terribile e precoce, di riscattarsi dagli inevitabili sensi di colpa. In questo modo gli artisti salvano sé stessi dal buio, dal male, dalla banalità.
Intrisa di riferimenti letterari, la scrittura di Darkene è tuttavia originale e raffinatissima, e lascia presagire un futuro abbagliante.

Paolo Orlandelli
(regista, attore e autore teatrale, ha curato e tradotto il libro “Io e Oscar Wilde”, di Alfred Douglas)