sabato 23 luglio 2016

Hopelessness

I, who curled in cave and moss
I, who gathered wood for fire
And tenderly embraced
How did I become a virus? 

E noi
Che abbiamo sfidato le parole
Noi che non abbassavamo mai la voce
Noi che ridevamo contro la notte
Come siamo diventati questi virus?
Quando è cominciata questa putrefazione
Che ora ci lascia la gola senza sete
E le pupille dilaniate?
Abbiamo seppellito i nostri morti senza smettere di cantare
Abbiamo porto l’altra guancia ad ogni sputo
Abbiamo sorriso in risposta a chi ringhiava
Come abbiamo perso la forza di stringere in mano le nostre ceneri?
Perché abbiamo abdicato al nostro regno del “domani è un altro giorno”?
Quando abbiamo smesso di credere che fosse ancora possibile?
Ti guardavo l’altra notte.
Danzavi come una Salomè che non attende più alcun bacio.
E io non riesco ad essere nemmeno triste
Perché non ricordo nulla di ieri, non ho niente da fare oggi e il domani puzza di frattaglie.

I don’t care much about you
I don’t give a shit what happens to you
Now we blew it all away


La nostra speranza è restare fermi a respirare.



Nota:
I corsivi sono tratti da Hopelessness di Anohni

giovedì 7 luglio 2016

Una Regina alla corte di Christian Dior

E così ci siamo.
Poche ore e si alzerà ufficialmente il sipario sul Nuovo Regno Dior, guidato per la prima volta da una donna, italiana.
Maria Grazia Chiuri lascia oggi Valentino, dopo 8 anni come co-direttore creativo e la notizia della sua ascesa alla Maison più importante di tutte non tarderà ad arrivare.
Sarà capace questa signora dalla classe straordinaria, che è riuscita a farsi amare da Valentino in persona e poi dal mondo intero, di prendere in mano lo scettro di Monsieur Dior e far tornare la magia in Avenue Montaigne?
E' un pensiero che fa venire i brividi.
Christian Dior e le sue straordinarie assistenti e premières hanno inventato quello che per il grande pubblico è il concetto di alta moda. Hanno disegnato, per primi, un sogno. A loro si deve molto del buono, ma non meno del cattivo, dell'immaginario femminile di gonne a ruota, vite strette, abiti degni delle principesse Disney.
Quando una bambina prende una matita in mano e si disegna, immaginandosi pronta "per il ballo della Vita" come dice la mia nipotina di 3 anni, inconsciamente, da qualche parte nel DNA, sta già immaginando un abito New Look.
Soprattutto per questo sarà straordinario vedere una donna, una donna che è riuscita, insieme ad un compagno di viaggio eccellente (che sarà altrettanto curioso vedere all'opera da solo) in un'impresa che sembrava nata per fallire, ovvero prendere le redini lasciate dall'Imperatore, ridefinire quell'immagine oggi pallida e sbiaditissima che resta nelle ceneri della Maison Dior.
Una casa di moda dalla storia difficile, una Medea che ha ucciso tutti i suoi figli, a partire da quel Christian che la fondò, passando per l'inquieto e giovanissimo Yves Saint Laurent, a quel genio che è stato Gianfranco Ferrè, al più visionario di tutti, John Galliano, fino ad arrivare alle nebbie e al doloroso addio di Raf Simons.
Nomi che fanno tremare i polsi, tra gli stilisti più grandi di sempre, che pur toccando vette altissime di bellezza, picchi che Monsieur Dior nemmeno si sarebbe sognato, sono caduti nella polvere di una Maison che è oggi uno dei più grandi colossi nel mondo della moda, con un fatturato che si aggira intorno ai due miliardi di euro annui, che nulla perdona lasciando ai suoi creativi poco tempo e ancor meno libertà.
Dior oggi è il sogno di chi fa i calcoli e pensa ai profitti, l'incubo di chi ama la moda e vede nella couture ancora il sogno e il tentativo di disegnare il futuro.
Maria Grazia Chiuri appproderà in una Parigi ancora spaventata e molto stanca, ravvivata soltanto dall'inesauribile talento proprio di quel John Galliano che da Avenue Montaigne è fuggito con disonore.
Anzi. Non a caso Maria Grazia Chiuri è già a Parigi, e proprio la sua Maison Valentino ha chiuso le sfilate di Haute Couture con una collezione semplicemente meravigliosa, una delle pochissime luci in questa settimana.
Mi auguro e auguro a tutti noi che questa nuova collaborazione si riveli altrettanto straordinaria.
Sono disposta addirittura a seppellire l'ascia di guerra, Monsieur Arnault.
Perché abbiamo così tanto bisogno di Bellezza. E di donne che ci indichino la strada.







mercoledì 6 luglio 2016

...frammento


E poi c'erano quei momenti in cui era felice. Così, inspiegabilmente. "È ovvio, ti avrà toccata un angelo". Non poteva esserci altra spiegazione e Carmen lo sapeva. Era quella felicità purissima capace di durare pochi attimi, che la prendeva al centro della testa e si spandeva come un sasso nell'acqua tra le sinapsi del suo cervello.  Era viva da poco più di trent'anni. E ancora non era riuscita ad isolare il principio di questa manciata di gloria. Sapeva solo che improvvisamente tutte le cose del mondo le diventavano chiare, il passato le sembrava necessario, il futuro pieno di luce e il presente una benedizione.Il sorriso di Tommaso, quel ristorante trovato per caso, tutte le cose belle che li aspettavano, perfino le carezze che Carmen non aveva mai avuto il coraggio di dare le parevano in quel momento una meraviglia da sgranare gli occhi."Dio, non ti pare tutto così perfetto ora?" Incapace com'era di trattenere qualsiasi tipo di emozione davanti a lui."È perfetto".Piccole lacrime calde potevano rigarle le guance per la potenza di quel ricordo.Nonostante il dopo. Nonostante tutto. E se non era quello Amore, si chiedeva a volte cercando di non rispondersi."Se non è questo Amore" chiedeva a lui, sperando che le rispondesse.Ma era scaltro Tommaso. Aveva imparato da tempo che ci sono esseri umani che scambiano le virgole per punti e i petali per primavere. E cercava di dosare con un una dolcezza che nemmeno gli apparteneva risposte fugaci a domande che, francamente, gli parevano inutili.

Se ne intravede, infine, la fine?