lunedì 3 maggio 2010

Recensione di "Che la Notte ti sia Lieve", di Paolo Orlandelli

Come Oscar Wilde scrive a Lord Alfred Douglas dal Carcere di Reading, così Fabiano scrive al suo amico scomparso, dalla prigione del suo dolore. "Che la notte ti sia lieve" è infatti una lettera che il narratore dedica ad una persona amata che ha deciso di porre fine alla propria esistenza; che scaturisce dal bisogno irrinunciabile di proseguire un rapporto dal quale si è stati brutalmente esclusi, di elaborare un distacco così terribile e precoce, di riscattarsi dagli inevitabili sensi di colpa. In questo modo gli artisti salvano sé stessi dal buio, dal male, dalla banalità.
Intrisa di riferimenti letterari, la scrittura di Darkene è tuttavia originale e raffinatissima, e lascia presagire un futuro abbagliante.

Paolo Orlandelli
(regista, attore e autore teatrale, ha curato e tradotto il libro “Io e Oscar Wilde”, di Alfred Douglas)

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