martedì 13 settembre 2016

Fat Bottomed Girls

Ma io lo vado dicendo da una vita.
In questo paese essere grassi è come essere stranieri, disabili, malati, molto peggio che omosessuali.
In fondo lo straniero, il disabile, il malato, l'omosessuale non hanno colpa delle loro malefatte.
Il grasso invece...possibile che non riesca a togliersi quel panino al lardo da incollato alle mani?
I grassi sono diversi, sono pigri, non sanno controllarsi.
I grassi sono brutti, sono privi di volontà, sono insani.
E per fortuna che quasi sempre sono simpatici. Dio ci scampi da un grasso antipatico che poi magari si mette pure a piangerci addosso!
Poi un uomo, vabeh. Uomo de panza uomo de sostanza. Un uomo grasso probabilmente ha un lavoro importante che non può lasciare per andare in palestra. Un umo grasso non importa poi tanto, se riesce ad avere un bel portafogli, il carisma, la battuta pronta.
E' delle ragazze grasse che proprio non sappiamo che fare.
Ma stiamo scherzando? Una ragazza grassa rischia di non poter fare figli! E pensate se li facesse...sicuramente non saprebbe insegnare loro il valore del canone della bellezza!
Perché alle donne, in questo paese, è concessa anche la parità. Se sono il doppio sexy, il doppio disponibili, il doppio sorridenti e il doppio giovani possono essere quasi come gli uomini.
Non mi inerpicherò in un trattato di sociologia della povera patria.
L'equazione è così semplice da risultare quasi banale.
Più gli uomini hanno paura, più impongono un canone che li faccia sentire al sicuro.
E queste donne che occupano uno spazio così grande non le puoi ignorare. Non puoi fare finta di non vederle rinchiudendole nelle pubblicità, in abiti scuri simili ai tuoi, così che non ti sembrino nemmeno troppo donne, non ti confondano con il loro canto di sirena e ti permettano di continuare a tenere strette le redini del potere. Perché in fondo lo sai che non durerà molto. Che la Terra è donna è sta chiedendo il suo conto.
Nella mia vita ho conosciuto alcune ragazze grasse. E' vero, sono quasi sempre simpatiche. E colte. E sanno ascoltare. Sapete com'è...loro a 14 anni non avevano di meglio da fare  che stare chiuse in casa ad ascoltare musica, leggere, scrivere, al massimo consolare i loro amichetti delusi dalle ragazze magre. Spesso avevano madri che avevano lottato duramente perché una ceretta non fosse la misura del loro valore. E avevano brutti vestiti.
Le ragazze grasse sapevano di non poter sperare in un "buon matrimonio" e che se in quanto donne dovevano valere il doppio degli uomini in quanto donne grasse forse nemmeno il quadruplo sarebbe bastato.
Le ho viste crescere.
Le ho viste mangiare insalate di cetrioli tutti i giorni. Bere intrugli magici. Rinunciare al mare, alla piscina. Le ho viste piangere nei camerini dei negozi. Ho sentito uomini dire loro "se tu corrispondessi al mio ideale estetico...". E donne magre dire "dovresti impegnarti di più". Ho visto datori di lavoro asserire "cerchiamo persone più qualificate" per poi ridacchiare quanto le ragazze voltavano loro grossi sederi.
Quindi ora non venitemi a dire che siamo in un posto migliore perché 5 ragazze che Botticelli avrebbe definito perfette e che nulla hanno a che fare con una ragazza grassa, partecipano a Miss Italia.
Che poi mi pare abbia vinto la solita taglia 38 con la faccia da triglia, tra l'altro. Che indovinate un po'? Studia fashion marketing. Il carrozzone va avanti da sé.
E fortuna che le ragazze grasse rotolano, così in qualche modo al traguardo alla fine ci arrivano anche loro.


mercoledì 7 settembre 2016

Prière Païenne. Memories.

...E liberami dalle sterili lacrime,
dalle urla agghiaccianti,
dal sole,
dal vento,
dall'amore,
dalle facili e rozze passioni,
dagli aridi istinti che ci rendono simili a bestie,
dal sangue che mi ha sempre fatto schifo,
dal sonno,
dall'inutile accanirsi,
dal subitaneo contraddirsi...
liberami dal tuono,
dallo stupore infantile,
dalla meraviglia dello scoprire,
dall'immensità del silenzio,
dalla grandine,
dalla sabbia nei sandali,
dalla grandeur del sogno,
dalle notti senza fine...
liberami dalle morti che non ti spiega neanche Dio,
da questo Dio che non si tocca e non si vede,
dal terrore dell'errore,
dalla neve così troppo fredda,
dal sale fino,
dal "parlarsi con estrema sincerità",
dagli inganni malcelati...
liberami dal suono dei violini che mi ricorda te,
dal gracchiare delle rane nello stagno quando non te le aspetti,
dalle tende chiuse,
dalle identità coperte da uno schermo,
dal mare  troppo immenso,
dai laghi troppo piccoli,
dallo sfinirsi nel cercare,
dall'orrore del trovare quello che non ci si voleva aspettare,
dal pane non croccante,
dalle feste comandate...
liberami dai regali di Natale che non mi piacciono,
dalla brutta abitudine di sorridere poco,
dalle creme antirughe e antietà,
dalla musica che si ascolta senza parlare guardandosi negli occhi,
dalle piante finte,
dalle donne che odiano le rose,
dagli uomini che odiano i fiori,
dalle guerre,
dai tappetini antiscivolo che tanto poi scivolano loro direttamente,
dalle manifestazioni di piazza...
liberami dal sale dentro al mare,
dalla dolcezza del fiume,
dallo zafferano nel riso così innaturalmente giallo,
dagli amanti occasionali,
dai fazzoletti di carta superigienici,
da tutte le metafore che non trovo efficaci...
liberami dalla nebbia della mia pianura,
dalla rugiada delicata,
dal domani al quale non voglio pensare,
da chi pensa ad un domani che non avrà,
dalle analisi del sangue che mi fanno paura,
dalle donne che non ho avuto e mia nonna ancora non sa il perché,
dalla teoria dell'evoluzione che tanto non ci crederò mai,
dal calcio durante la settimana...
liberami dai pacifisti,
dalla rabbia,
dalla cattiveria infeconda,
dalla bontà forzata,
Liberami dai mostri di cartapesta a Carnevale,
dalle pubblicità progresso,
da tutto quello che dimentico e ricordo troppo tardi,
dal ridere incessante,
dai commessi antipatici,
dalla tappezzeria,
dalla lingua mal parlata
dalla lingua in salsa,
dalla salsa di pomodoro,
dai miei occhiali neri che uso per nascondere il dolore,
Liberami dall’inquietudine dei ricordi,
dal mal di denti,
dall’incertezza dell’eclissi,
dall’intellettualità dell’ozio,
dai colpi inaspettati della noia,
dal fondotinta che uso troppo,
dall’olio nauseabondo del tonno,
dal pensiero dell’assoluto che mi spacca la testa,
dall’anelito all’infinito,
dalla pioggia,
dai colori troppo accesi…
e infine,
se puoi,
ti prego,
Amore, 
liberami…
dal male.
Amen.



[da Che la Notte Ti Sia Lieve, Darkene F. DiCembre, Ed. Croce, 2008]