mercoledì 30 giugno 2010

Dialoghi Immaginari...

John Galliano riceve la Lègion d'Honneur dalle mani del presidente francese Sarkozy...
Io e il mio Piccolo Principe, nel corso di una delle nostre conversazioni surreali, abbiamo provato ad immaginare cosa si sono detti...

Sarkò: << Comment vous sentez-vous depuis que vous êtes légionnaire, Monsieur Galliano? >>
John Galliano: << Avec des boucles d'oreilles en perles...>>

martedì 29 giugno 2010

Io e Patti Smith, seconda parte

Appena la vedo gli occhi mi si riempiono di lacrime. Quelle lacrime belle, di gioia, di pienezza dell’anima…
Patti Smith sorride dicevo. Lo farà un sacco di volte durante la lunga intervista, spesso girandosi verso di noi, popolo dei cuscini.
La intervista Bill Flanagan, uno che la musica sa cos’è e le domande le sa fare (dote rara…), capace di commuoversi quando lei lo ringrazia.
Patti Smith è una donna piena di grazia. Muove poco le mani, solo quando deve spiegarsi meglio, e descrive nell’aria geometrie affusolate che gli sguardi rapiti inseguono come se vi celasse segreti antichi.
Parla di quando era bambina, di quando capì improvvisamente che tutto quello che voleva fare nella vita era scrivere. Parla con umiltà incredibile della sua vita a New York, di come lei tra i grandi sia “capitata” quasi fosse un caso, e di come il suo ruolo oggi non sia altro che quello di fare da tramite.
Non si tira indietro a nessuna curiosità, racconta di un pomeriggio qualsiasi nella sua cucina mentre pelava le patate, e di come Fred, l’adorato marito, sia entrato e le abbia detto “Tricia, lui mi chiamava così, People have the power, scrivilo!” e del suo sogno che quella canzone diventasse un inno, sogno che si è realizzato anche se lui non ha avuto tempo di vederlo.
Cita Dio un sacco di volte. E si capisce che la sua è Fede vera, qualcosa di grande a cui è arrivata con il tempo e lo studio.
Ogni tanto mi volto a guardare la sala ipnotizzata. A fianco a me le mie Sorelles…Una ha gli occhi rossi dietro gli occhiali (ma poi mi dirà di non aver pianto…e ci mancherebbe, lei è la bambian che non deve chiedere mai!), l’altra se ne sta col mento appoggiato alla mano, come un topino a cui stanno raccontando una favola.
Poi Patti Smith ci fa ridere con un aneddoto simpatico…un giorno dispersa a Roma: affamata, senza telefono, né soldi. Un uomo davanti ad una pizzeria la riconosce e le dice “vieni a cantarci una canzone” (e in Italia “una canzone” è sempre Because the night!), lei accetta chiedendo in cambio un pezzo di pizza…e canta. E poi la pizza le viene data intera e addirittura viene riaccompagnata in albergo! Ride Patti. “Queste cose succedono solo in Italia”. E menomale. Farlocchi sì…ma pieni di cuore!
E poi una riflessione sul ruolo dell’artista, che se ha un dono non può esimersi dal condividerlo …
In realtà Patti racconta un sacco di altre cose, dei figli, di Kurt Cobain, dell’attivismo politico, dei momenti in cui si sente stupida imbarazzata davanti a tante persone.
Poi, finalmente, canta.
Una manciata di canzoni, tra cui una meravigliosa Grateful.
E qui accade una roba folle. Patti si lancia in una riflessione sull’importanza marginale della fama e del successo che definisce “nice” rispetto a quello che è il vero compito dell’artista: lavorare. Quello che un artista deve fare è creare la sua arte. Si gira verso di noi. E incrocia i miei occhi.
Messaggio ricevuto.
Poi appoggia la chitarra.
“Volevo aggiungere una cosa”, in onore dell’Italia e di quella Pizza intona Because the Night, così…pura voce di profeta e coro di fan.
Uno di quei momenti da spuntare nell’elenco delle cose più incredibili e meravigliose che possono succederti nella vita: seduto su un cuscino in una sala barocca accanto alle persone più importanti della tua vita a 1 metro da Patti Smith che canta Because the Night…
Mozzafiato.
Uscendo sulla nostra nuvoletta rosa, stringendo i nostri autografi, in una Torino ancora caldissima, ci guardiamo e stentiamo a credere a quello che ci è appena successo…
Abbiamo preso sulle ginocchia il rock e l’abbiamo trovato meraviglioso, e abbiamo sorriso.
Ora so per certo che aveva ragione Shakespeare. Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
Thank you Patti.
I love you forever.


(Patti Smith e Bill Flanagan, Circolo dei Lettori, Torino, 26 giugno 2010)

lunedì 28 giugno 2010

Io e Patti Smith, prima parte

Mi è difficile cominciare questo post.
Forse perché ripensare a quello che è accaduto mi fa ancora tremare i polsi.
E allora comincerò dall’inizio… Da una notizia letta in fretta sul giornale in una sala d’attesa di ospedale.
“Patti Smith a Torino”.
Poi altri mille pensieri e quasi te lo dimentichi. E alla fine, all’ultimo, controllando orari di treni con gli occhi che si chiudono, decidi che forse non ti capiterà così spesso di incontrare Patti Smith e che forse ne hai proprio bisogno in questo momento.
E’ un sabato pomeriggio d’estate. Nel senso che finalmente qualcuno si è accorto che è estate e allora come per magia c’è il sole e fa caldo. Tanto caldo.
Con me ci sono le mie fide Sorelles. Ne manca solo una, la mia eroina, ma è assente giustificata perché deve scalare una montagna (trovo sia una cosa meravigliosa…allegoricamente e fisicamente).
La coda davanti a noi è lunghissima e i posti sono limitati. Che accadrà? Intanto noi stappiamo le nostre bottigliette d’acqua e brindiamo ufficialmente all’inizio della stagione dei concerti.
La fila si muove…dita incrociate. Il flusso si blocca esattamente davanti a noi. Posti esauriti.
Inno alla sfiga, come sempre, ve l’avevo detto, se avessimo preso il tram invece di passeggiare…
Poi l’uomo in nero della security torna da noi. “Devo dirvi una cosa, ma non voglio storie. Ci sono ancora venti posti. Per terra. Però ci sono i cuscini”. Non credo di aver davvero sentito la parola cuscini. In quel momento stavo immaginando di stare in ginocchio sui ceci con davanti Patti Smith.
Un’immagine ad altissimo contenuto mistico.
Per farla breve…la sala del circolo dei Lettori che ci ospita è meravigliosa, stuccata, con un lampadario da 1000 mila e una notte…Ci accomodiamo sui cuscini. Davanti a noi, ad un metro e mezzo da noi, un micropalco con un tappeto, due sedie che sembrano delle tapparelle fatte a sedia, una chitarra…
In un angolo c’è un grande pianoforte. Un signore con gli occhiali dice “Sapete, è la prima volta che mi scrivo una presentazione…”.
Ci sono dei momenti in cui l’emozione la puoi vedere. Sale dagli occhi di chi hai intorno, si fa palpabile come uno zucchero filato. “Signore e Signori…Patti Smith”.
Entra da una porticina laterale. E io penso che potrebbe anche scoppiarmi il cuore da quanto è bella.
Ha una camicia a righe, una giacca da uomo, i jeans negli stivali, i capelli sciolti. Porta con sé una vecchissima macchina fotografica. E io penso che sto guardando in faccia il rock’n’roll. Lei sorride. In un attimo mi vengono in mente gli occhi di Michael Stipe che mi stringe la mano in un giorno di Londra. E poi come eravamo distrutti nel fisico ma così rinvigoriti nell’anima dopo tre ore sotto al palco di Bruce Springsteen. E San Siro tutta in piedi illuminata dagli U2. Il rock è grande. E io ho davanti la sua profetessa.

La vita può essere una cosa meravigliosa.


(Circolo dei lettori, Torino, 26 giugno 2010...En attendant Patti Smith)


fine prima parte

giovedì 24 giugno 2010

Corvi...

Beh sentite.
Che facciamo?
Credo di essere nel bel mezzo del momento più difficile della mia vita.
Serissime preoccupazioni di salute in famiglia, una scommessa sul futuro completamente fallita, la tesi che non riesce a partire. E l'Italia esce dal mondiale. Che, percarità, in ordine di tragedia è l'ultimo dei problemi, però...
Cerco di continuare a sorridere.
Mi canto e ricanto Daniele Silvestri nella testa: "più in basso di così c'è solo da scavare" e io a scavare non sono mai stata brava. E poi com'era quella storia? Quando tocchi il fondo sei pronto per risalire. E ancora: quanto si impara in queste situazioni? Quanto sto crescendo? Che persona migliore potrei essere domani?
Tutto vero.
E io ne sono convinta.
E poi posso contare su un gruppetto di persone speciali, meravigliose, mozzafiato...e le ringrazio qui pubblicamente. Perchè io credo di non esserci mai stata così tanto per loro. Vi amo ragazze.
Tornerò.
Molto molto più forte di ora.
Riguarderò questi momenti, ringrazierò Dio per avermi messo alla prova e incederò magnifica.
E tornerò a scrivere. Perchè è la mia vita. E perchè il dolore può anche essere una benedizione.

P.S.
Se prendo Paolo Fox che mi aveva previsto una grande estate...

P.P.S.
Guardate la nuova campagna di Tom Ford, lui sì che ne sa...
Ehi Nick, li facciamo fuori quei corvi?


lunedì 21 giugno 2010

Piemonte Mese

Sul bel mensile on line (e gratuito!!!) Piemonte Mese, e più precisamente sul numero di Giugno 2010, a pagina 13 trovate un mio pezzo sulla Fortezza di Verrua Savoia...

http://www.piemontemese.it/contenuti/pdf/PM%20giugno10.pdf

mercoledì 16 giugno 2010

Parole di Pride

Una piccola buona notizia...
Esce oggi Parole di Pride, 12 istantanee di 12 scrittori aspettando il Pride di sabato...

http://www.torinopride.it/index.php?option=com_content&view=article&id=183:parole-di-pride&catid=2:in-evidenza&Itemid=17


Colgo l'occasione per ringraziare qui Roberta Padovano che mi ha dato l'opportunità di "dire la mia" in questo libretto, Andrea che è un amico speciale, e tutte le persone che in questi anni ho conosciuto grazie alla "causa rainbow"!

sabato 12 giugno 2010

...

Momentaneamente molto assente.
Spero di tornare presto.
A voi e alla mia vita.
(Garlic&Guest)