martedì 14 maggio 2013

Una triste storia molto italiana...

Oggi vi racconto una triste storia molto italiana.
Mi permetto di definirla italiana inanzitutto perchè i due protagonisti sono molto italiani e poi perchè fatemi pensare che storie così si sentano solo a queste latitudini.
I protagonisti siamo Io e una famosissima azienda del made in Italy.
Fingiamo di non fare nomi.
L'azienda ti chiama per un colloquio. 800 km a spese tue, as always.
Qualcuno ti aveva già avvertito in anticipo "non hanno preso gente perchè aveva orecchini ingombranti". E allora tu diligentemente copri i tatuaggi, metti la divisa nera, scarpe nere...togli perfino i leggins in un boschetto, non si sa mai...
Dopo più di un'ora di attesa vieni ammessa al colloquio.
L'azienda, lo diciamo?, non è proprio il posto che ti aspettavi...squallida negli arredamenti, con i poster dei foulard (immaginate qualcosa di più triste?), appesi alle pareti...
Ah...ma qua si vendono più solide realtà che vani sogni, miei cari.
Il colloquio?
Perfetto.
La manager delle risorse  umane ti interrompe per farti mille complimenti: "Posso dirle che nella mia carriera ho raramente trovato persone con la sua proprietà di linguaggio?".
Passano le settimane.
Silenzio.
Mandi una timida mail alla quale viene risposto "stiamo valutando profili con maggiore esperienza", che is the new "vai a cagare giovinetto bastardo"...
Poi chiami la scuola, che ha segnalato il tuo curriculum all'azienda, solleciti da loro la telefonata rivelatrice...
"La ragazza ha un curriculum di tutto rispetto, competenze ok, un profilo di alto livello, il feedback è più che positivo...MA...La sua immagine non corrisponde a quella dell'azienda".

Dunque...
A parte che: abbi almeno il coraggio di dirmelo in faccia.
E poi esattamente cosa vuole dire?

Ma poi davvero stiamo ancora a parlare di femminincidio, Ruby e parità di diritti in questo paese?
Una vita di umiliazioni subite per via di quei kili di troppo e quell'aspetto che non rientra in nessun canone non è abbastanza?
E' necessario anche sfotterti dicendo che hai intelligenza e competenze...se solo madre natura fosse stata un cicinin più generosa con te...

Non vado oltre.
Credo che tutta la questione si commenti da sè.
Una volta in più mi viene solo da pensare, nei panni di un genitore o di un insegnante, con quale cuore invito mio figlio a passare anni sui libri? Con quale credibilità spiego che "il sapere e laconoscenza sono la vera forza"?

Forse alla lunga l'avremo vinta noi.
E' solo che quaesta lunga sembra non arrivare mai.









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