giovedì 6 novembre 2014

Il Giovane Favoloso che mi somiglia, vile e prudente.

Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d’ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz’altro pensiero”, scrive Leopardi al padre, è il 1819.

Credo di non aver avuto più molti occhi e orecchie per il resto del film di Martone per quanto ha agghiacciato me, questa frase.
Sono giorni questi di grande lavorio e travaglio interiore.
Questo anno lo è stato.
Quel compleanno che tanto temevo giunto senza fare troppo male. Una serenità attesa e inaspettata che ha sommerso la mia vita come una marea di acqua tiepida che ti sale dal fondo dei piedi al collo senza fare male.
Nessuna Epifania a scioccarmi la vita e le mie mani che non producono più parole.
Tante piccole meravigliose creature che mi sono nate intorno e che non mi hanno stravoltocome mi aspettavo.
Nessun Amante, nessun Amore.
Potrebbe apparire brutto e forse è orribile, ma chi potrebbe mai sputare su questa tranquilla serenità?
Non certo io, l'eterna inquieta, la "sorella nel dolore" come, con dolcezza, soleva definirmi la mia Dolce Musa, che forse vive questa stessa melancholia.

Mettersi in pericolo per sconfiggere la vile prudenza. Giocarmi tutto quel che so di me per certo in "un solo lento tiro"...Servirà questo alle mie parole mute?

Ma voi eravate forse qui per una recensione a Il Giovane Favoloso?
#Carino, #pressochéinutile, #ElioGermanoE'MeglioDelFilm, #LeopardiMeritavaLaLuna...e Martone lo omaggia con un fiammifero.
Così vile e prudente.



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