mercoledì 30 gennaio 2013

Figli e sdegno...in un bar del centro.

Qualche giorno fa mi trovavo seduta in uno di quei posti fintamente cool, un po' young e un po' intellettuali della solita noiosa e semprebella Torino.
Chiacchieravo amabilmente con una persona a cui voglio un gran bene e di cui ho parecchia stima e che ho la fortuna di poter chiamare amico.
Ridevamo come è tipico di due adolescenti cretini per i nomi assolutamente insensati che il locale aveva dato ai suoi prodotti, trattenendo a stento di scoppiare a ridere in faccia a quel  poveraccio del barista che tentava di spiegarci, con una qualche dose di credibilità, cosa fosse un "crush alla mela verde".
L'esilaranza è continuata quando ci siamo resi conto che accanto a noi sedeva una fashion blogger imbelletata che provava pose ammiccanti con un cocktail in mano, disquisendo con la massima serietà insieme alle due (due!) fotografe che cercavano di immortalare gli scatti più osceni.
Bene.
Questa è solo la premessa.
In mezzo alle risate si discorreva però di argomenti serissimi,  noi due, che siamo bellissimi, colti, appassionati, due promesse che prima o poi spaccheranno tutto, snob da far paura, niente presuntuosi...
E quindi si parlava di sesso, genere, generi letterari, moda, bellezza, decadenza...cose così...
Ad un certo punto il mio meraviglioso amico dice qualcosa come:
"Io vorrei che mio figlio crescesse in un mondo in cui..."
L'ho guardato bene in faccia.
E ho pensato che anche io vorrei che suo figlio crescesse in un mondo in cui...
Soprattutto vorrei che suo figlio ci venisse al mondo.
Insieme ad un altro e un altro e magari un altro.
Io so che il mio amico insegnerebbe loro l'amore e il rispetto, il valore della libertà, li porterebbe a fare viaggi splendidi alla scoperta di mondi e tanta bellezza...
Poi, chissà...potrebbe fare anche un sacco di errori.
Pretendere troppo o troppo poco. Soffocarli. Trascurarli.
Potrebbe separarsi e recriminare un sacco di cose e poi usarli come pacchi postali.
Potrebbe essere perfetto o nevrotico, o una via di mezzo.
Come qualsiasi altro essere umano che si accolla il compito infausto e straordinario di crescere altri piccoli essere umani da regalare al mondo.
Ma io li vorrei conoscere i figli del mio meraviglioso amico.
Vorrei che avessero la chance di venire alla luce e che lui, come qualsiasi altra persona, potesse partire per quest'avventura pazzesca che è l'essere genitori.
Eppure, allo stato attuale della nostra legislazione, al mio amico non è permesso nemmeno di sposarsi, figuraimoci di fare il padre.
Perchè il mio amico è un pericolossissimo, scabroso,minaccioso omosessuale.
E ci sono parecchie persone, laffuori, che i figli li hanno e li distruggono, che sanno per certo che questo farebbe di lui un pessimo genitore.
E a me questo mette i brividi oltre che un sacco di tristezza.
E provo tanta vergogna.
In quanto italiana, in quanto cattolica, in quanto essere umano.
Ma questa vergogna, quante  volte l'ho scritto e detto, non dovrei provarla io...dovrebbe bruciare da dentro e distruggere tutti quegli italiani, cattolici, esseri umani che pretendono di sapere cosa è giusto, cosa è benedetto, che misurano con il loro metro infame fin dove possono arrivare i diritti dei loro fratelli.
Non mi stancherò mai di dirlo.
Pure in calabrese, se serve, come direbbe mia nonna:
Sdegnu ca mi sdegnau lo core tanto!

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