lunedì 21 gennaio 2013

Dior Haute Couture 2, Tutto quello che sentivo il bisogno di dire

Avviso ai naviganti.
Questa seconda parte del post entrerà più nello specifico di alcune problematiche riscontrate nello show appena conclusosi di Christian Dior Haute couture.
Userò qualche termine forte e qualche belga potrebbe sentirsi offeso. 
E anche Raf Simons temo.
Me ne dolgo. 
Non ho mai saputo ammantare la verità di rosolio.


Perfavore Raf.

Tu che parti svantaggiato perché porti il nome di un cantante che non mi piace, e soprattutto perché hai preso il posto del più grande, il re decaduto e vilipendiato dalla stessa ipocrisia iperrealista della matrigna cattiva che pensando di fare il tuo bene ti racconta che Cenerentola era una puttana, quella di cui tu infarcisci i tuoi stracci, Raf..

Avevi un compito quasi impossibile.

Non ti biasimo per questo.

E non potevi fingerti John Galliano perché tu non sei John Galliano, non ne hai la cultura, non ne hai la passione, non ne hai la Bellezza, non ne hai la Verità.

Tu sei una specie di fantasma.

E quando ti vedo prendere gli applausi di quell'altra schiera di fantasmi che sono i tuoi ospiti, dei quali emblema è un uomo triste e meschino come Monsieur Bergè, e tu che finalmente hai capito che facciamo l'alta moda, e metti la giacca scura, io penso ad un mesto contabile che vive di fronte ad una tabaccheria, uscito a prendere quell'applauso del quale non si spiega le ragioni.
E se hai colto la citazione Raf, ti renderai conto di come non ci sia cattiveria in queste mie parole. Solo tanta, tanta tristezza.
Perchè tu mi hai rotto un giocattolo che era troppo delicato per le tue mani. E la colpa è più di chi te lo ha affidato che tua. Eppure che ci possiamo fare? E' te che ora io ho davanti.

Tu e i tuoi quattro cespugli piedistallo per alberi morti che sono la tua idea belga di giardino.
Tu e quelle forme trapezoidali che rendono le modelle più goffe dei concorrenti di Takeshi's Castle.
Tu e i tuoi colori volgari e sbiaditi che cerchi di venderci come il tuo inno alla primavera. Forse quella belga.
Tu e quelli che tu chiami vestiti da sposa che sembrano il tragico emblema di quanto vuota sia ormai l'istituzione.
Tu e le tue modelle appena uscite da una qualche brutta malattia, che si riempiono di rossetto per travestirsi da donne.

E poi non dovevi toccare George Michael. Lo so che è tornato di gran moda in Francia. Lo so che Emanuelle Alt stravede per lui e che lo ha messo sulla copertina di Vogue.
Ma confondere la sua voce con i tuoi stracci...questo no. Come te lo posso perdonare?

Abbi pietà di noi, Raf.
Pietà dei nostri Sogni.


P.S.
Spero che nessun belga si senta offeso dal mio uso libertino dell'aggettivo belga.
E' che il Belgio non l'ho mai capito.
Sarà indivia la mia.









(Dior Haute Couture Spring Summer 2013, photo by Vogue.co.uk)


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