Capitò così, all’improvviso.
Pur
pensandoci bene a Baba non venne in mente niente.
Sentiva
di avere il collo bagnato, aprì gli occhi e si ritrovò dove non era mai stata
prima.
Era
adagiata su una grossa foglia acquosa, e sotto di lei c’era un pratino fine e
vicino un fiume.
Provò
a ricostruire gli ultimi avvenimenti: era sicura di essere andata a dormire la
sera prima, nella sua cameretta rosa. Aveva messo il pigiamino con i fiori, si
era lavata con attenzione ogni dente, poi aveva stretto fra le braccia Lille,
il suo gatto bianco e grigio, ed era andata a dormire.
Poi
era arrivata la mamma, come ogni sera, e aveva cominciato con una delle sue
storie-della-dolce-nanna.
“Questa
sera Baba, ti racconterò la fiaba più bella che sia mai stata scritta”
“Con
draghi, spade e tanta magia?”
“No…però
ci sono una ragazza bellissima che diventa una stella, e un re innnamorato. E
poi le rose e i fiordalisi”.
Baba
non era sicura di sapere cosa fossero i fiordalisi, guardò Lille che stava
sdraiato al fondo del letto con l’aria di non capire esattamente di che si
parlasse e aspettò l’inizio della storia.
“Questa
di Marinella è la storia vera”, cominciò la mamma.
Da
lì in poi, nulla. Il collo bagnato e il fiume.
Baba
si alzò, tolse un po’ di petali azzurri dal pigiamino a fiori, si guardò
intorno stropicciandosi gli occhi e…cosa ci faceva Lille su una foglia in mezzo
al fiume?
“Lille,
matto! Vieniqui!”
“Vieni
tu qui, Baba!”
Ecco.
Ci mancava solo il gatto parlante.
“Lille!
Come faccio ad arrivare sulla foglia?”
Quel
gatto non era uno sciocco, e Baba lo sapeva bene, e infatti usò una rosa dal
gambo lungo come remo e si avvicinò alla riva.
“Muoviti
Baba! Devi vedere una cosa!”
“Ma
Lille…come siamo arrivati qui?”, non che lei fosse spaventata. Aveva sempre
amato le avventure e le fiabe, ma solo quelle del lieto fine.
“Non
possiamo discutere ora. Guarda lì…”
Sulla
riva opposta del fiume, c’era una ragazza bellissima, che giaceva come
addormentata.
“Guarda
Baba! Le ninfee si danno un gran da fare a spingerla a riva! Ma da sole non ce
la fanno!”
La
bambina aguzzò la vista: un mucchietto di ninfee volenterose stava cercando
disperatamente di salvare la ragazza, ma il suo vestito bianco era rimasto
impigliato alle canne…
“Lille!
Avviciniamoci!”
Detto-fatto
il gattino si mise a remare più veloce.
Baba
scese sulla riva.
“Avanti
ninfee…quando dico “Via!” voi spingete più forte e io tiro…Viaaaaaaa!”.
Lille,
Baba, i fiori…tutti fecero del loro meglio. Due aironi gentili cercarono di
liberare il vestito della ragazza, e una volta portata in salvo a riva le
farfalle cominciarono a svolazzarle sulle guance per provare a svegliarla.
Tutto
in lei era immobile.
“Sembra
proprio una bambola”, constatò Baba con aria molto seria. E una bambola
sembrava davvero. Con i lunghi capelli neri ondulati, le guance rosa e la pelle
morbida.
Una
famiglia di paperelle si avvicinò. Mentre i pulcini le accarezzavano le mani
mamma papera la guardò bene e disse: “Ma questa è Marinella! Vive in una
casetta laggiù. Ogni giorno viene sulla riva del fiume e ci porta del pane…”. A
sentirla parlare così si avvicinarono le primule e le coccinelle e le api: “E’
Marinella! E’ Marinella! Oh, povera Marinella!”.
Baba
non ci mise molto a capire : “Sono scivolata nella storia di Marinella! Quella
che la mamma mi stava raccontando…Oh, se solo avessi ascoltato fino alla
fine!”.
Mentre
tutti discutevano animatamente sul da farsi si sentì all’improvviso una voce.
Arrivava da lontano e risuonava nell’aria come un soffio. “Povera Marinella.
E’così bella. Lasciate fare a me. Sono il vento. La spingerò su una stella,
perché possa illuminare la notte”.
Tutti
furono ammutoliti.
Baba
aveva i brividi, non era sicura fosse solo colpa del pigiamino leggero, e due
piccole lacrime le scesero lentamente.
“Marinella
ci mancherà tantissimo” piangevano tutti gli insetti.
“Faccela
almeno salutare” fecero eco i fiori.
Il
fiume intonò un canto. Baba spazzolò i capelli della ragazza con il pettinino
rosa delle bambole che aveva sempre in tasca.
Le
coccinelle disegnarono cuori nel cielo, le rose fecero cadere tutti loro petali
per profumarla, le libellule intrecciarono fiordalisi nel suo vestito.
Ma
all’improvviso ecco arrivare Lille trafelato: “ Venite! Venite! C’è un Re senza
corona e con un mantello rosso! Sta bussando da ore alla porta di Marinella!”.
Gli uccellini corsero a chiamarlo.
Lui
si inginocchiò accanto a lei e disse “Non andare via Marinella. Urlerò per
cento anni il tuo nome se servirà a farti ridestare!”.
Fu
così che la luna e il sole ebbero pietà del loro amore.
E
concessero a quella piccola stella di svegliarsi.
“Ho
sempre amato le fiabe del lieto fine”, si mise a canterellare Baba contenta.
Abbracciò Marinella, il Re e gli animali del fiume, prese Lille fra le braccia
e si riposizionò sulla grossa foglia acquosa.
Quando
aprì gli occhi il sole stava già entrando dalla finestra.
Corse
in cucina. Lille aveva in bocca un fiordaliso e lo porse felice alla mamma.
“
Lo sai che avevi ragione?”, disse Baba, “quella di Marinella è davvero la fiaba
più bella che sia mai stata scritta”.
Darkene F. DiCembre
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