martedì 18 ottobre 2011

Rapidi Movimenti degli Occhi. In ricordo e in maledizione.

Era cominciato tutto con una chiacchierata fra amiche...Tipo consigli per gli acquisti..."Loro non puoi non vederli dal vivo...Anche perchè Lui sembra talmente messo male che non so nemmeno se ci sarà un altro tour...".
C'era stato.
Parigi, 8 febbraio 2005. Come dimenticare? Resta forse il regalo più bello che abbia mai ricevuto.
Il Louvre chiuso, Keanu Reeves che si materializza, una lite furibonda per la strada e piangere per fare pace sulla tomba di Oscar Wilde.
E poi trovarsi davanti Lui per la prima volta. Che fa capolino gentile da dietro le quinte. E guardare il mio antico amore e non aver bisogno di parole.
Come il voltarsi improvviso di Montale. Bellezza, Verità...la ricerca di mezza vita che si compie in quella voce che sembra spezzarsi, nel danzare convulso, nelle parole biascicate che risuonano come Luce in una notte che non perderai mai.
Il riguardarsi negli occhi e capire che non c'è niente di più, niente altro che si possa aggiungere...
Che il senso della vita sta tutto lì, piangere perchè tutti soffrono a volte, sorridere alla cosa più bella, perchè siamo animali e se ci credi hanno messo un uomo sulla luna. Ma non è facile lasciare New York.
E quell'estate poi ci eravamo ritrovati ad Imola per un vero festival rock. C'era chi aveva saltato la scuola per essere lì e si chiedeva se avrebbe dovuto scriverlo nella giustificazione "scusate, dovevo vedere Loro".
La sveglia in tenda puntata alle sei del mattino. Raccogliere sassi sacri e mandare baci ad Ayrton.
E poi il sole, i Garbage, la paura,,,
E rieccoli. Pioggia di luce, maschere blu.
Era stato Lui a piangere perchè tutti soffrono quella volta. Si era accovacciato ed era stato un momento di catarsi vera. Come quando al buio erano rimasti solo una candela e un pianoforte e un inno al mondo che non c'è più, alle nuotate notturne, qualcosa che forse comprendo davvero solo ora.
Avevamo saltato e poi mangiato anguria. Ci vuole una notte quieta.
E poi Milano e poi Torino. A luglio e settembre del 2008.
Mi si confondono un po' negli occhi e nel cuore. Sarebbe facile ora dire "era già scritto".
Non lo so. Però forse sì. La voce che calava, la scaletta buttata lì.
Nel mezzo c'era stata Londra.
Mani nelle mani. Occhi negli occhi.
"Thank You"
"Thank you to you".
E Sfinge che mi dice "Ma lo si poteva toccare?".
Lui quel giorno non sorrideva.
Presagi, ancora?
Ci sono cose nella vita che pensi così tanto che quando succedono quasi non fanno male.
Ci sono cose che sono talmente lontane che perfino quando succedono non riesci a provar dolore.
"We have decided to call it a day as a band".
It's been a Ba(n)d day, direi.
Era cominciato con una chiacchierata fra amiche. Poi c'erano stati i concerti, stordirsi di dvd, distruggere i cd.
Fiumi di chiacchiere, di foto...
Due tatuaggi perfino, per celebrare contraddizioni e camminare senza paura.
Un piccolo agnello, ad imperitura memoria.

Se penso a come ci siamo salutati male quella notte a Torino.
Che mio resta da dire?
Le ragioni del cuore non hanno ragioni. 
Che siate Maledetti, allora.
 

1 commento:

  1. they've got to leave and find their way...
    anche i rem fanno soffrire, qualche volta...
    persino troppo...
    el

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