venerdì 21 ottobre 2011

...Molte anime forti di eroi sprofondò nell'Ade, e i loro corpi fece preda dei cani e di tutti gli uccelli.

Io non ho niente a che spartire con chi uccide un assassino.
Il mio umanesimo folle, appassionato e ingenuo non mi permette di gioire.
I miei simili sono uomini che fanno processi, che dimostrano una superiorità figlia della cultura e che più sembrano inutili e meno si stancano delle parole.
Esiste un'eleganza anche nella guerra. Non tutto è lecito.
Quando uccidi brutalmente il nemico sbagli due volte: la prima per l'azione in sè, la seconda, forse perfino più grave, perchè lo rendi un martire. Perchè chiunque sia dotato di un briciolo di umanità abbassa lo sguardo e cambia canale mente il leone muore. E qualcuno potrà perfino metterlo su una bandiera.
Io non ho niente a che spartire con chi tiene gli occhi aperti davanti al sangue.
Per questo non applaudo, per questo mi vergogno di avere due gambe e due braccia come loro.
Chi ha sparato forse aveva 20 anni. Si racconterà che agiva per mano d'altri. E poi che non c'erano alternative, troppi panni che non si sarebbero dovutoi lavare in pubblico.
Ma che male fa questa lezione di umanità persa nella strada sterrata di Sirte.
Quel che ci resta è solo un manipolo di assassini...mandanti, esecutori, e uccisi. E siccome io credo non esista una bilancia del male, faccio di tutta l'erba un fascio.
E abbasso gli occhi.


L'atto che rende veramente eroico Achille è quel riconsegnare il cadavere di Ettore al padre.
Che sarebbe rimasto di lui senza quell'ultimo gesto?
Nemmeno il più grande poteva permettersi di trascinare il nemico nella polvere.

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