lunedì 14 aprile 2014

Quando il capo se ne va....

E' di poche ore fa la notizia: il direttore sportivo della Ferrari rassegna le dimissioni.
Non ho mai amato Stefano Domenicali.
Del resto molto meno di lui amo Luca di Montezemolo. Ad entrambi imputo l'aver rovinato qualcosa di meraviglioso che gli era stato affidato, e non mi riferisco solo alla mancanza di vittorie...quella logora alla lunga, certo. Ma non serve soltanto vincere per innamorare, per far battere il cuore...Per quanti anni la Ferrari non ha vinto? A volte si fatica a ricordare che gente come Villeneuve, come Alesi non ha vinto quasi nulla...se non l'affetto della gente.
La gente. Che strana che è.
Si emoziona con poco, si offende con meno, magari non sa dare un nome ai suoi sentimenti.
Eppure quando nasce un grande amore non si sbaglia.
Non esiste una ricetta, non c'è marketing che tenga. Quello teniamolo per le infatuazioni. L'Amore è cosa seria. L'Amore ti rapisce e gioca a carambola con i sensi.
E così dopo quella grande stagione dominata dall'unico tedesco capace di scaldarci il cuore (che Dio lo benedica tra parentesi, forza Michael, ora e sempre), dopo quel suo addio e quell' "ho amato ogni momento" che aveva sciolto le nostre lacrime, era passato il finnico che aveva regalato una coppa del mondo arraffata con la grazia di Lupin...e poi il vuoto.
Le bugie, le false promesse, le scelte sbagliate, le facce di plastica...
E i nostri cuori sono scappati lontano.
Lontano da una squadra che aveva perso smalto e umanità, passione e caparbietà e soprattutto coraggio. Coraggio di sorridere, coraggio di dire la verità, coraggio di restare se stessa.
Per questo non ho mai amato Stefano Domenicali. Colpevole o meno, lui era la faccia brutta di questa nuova Ferrari.
Però...
C'è un però.
Quanto non mi piace questa storia che se le cose vanno male il capo deve mollare.
Sarebbe come se in mezzo al mare e alla tempesta il Capitano dicesse: sapete che c'è? Mi assumo tutte le responsabilità di avervi portato a morir ma...io prendo la scialuppa e me ne vado...perché quando le cose non vanno come previsto bisogna avere il coraggio di lasciare...
Io sogno ancora un mondo dove chi sbaglia ha il coraggio di dire: è colpa anche mia. E quindi se fino a ieri ho fatto il possibile, da oggi farò anche l'impossibile perché le cose cambino.
E se poi nemmeno l'impossibile dovesse bastare si passa ai miracoli.
E infine se dopo questo sforzo sovrumano fossimo daccapo...allora se ne vadano tutti. Il capo del capo, per primo. E poi a scendere.
Perché altrimenti è sempre troppo facile. Altrimenti vince sempre la regola del provaci, al massimo sbagli e te ne chiami fuori.
E invece no.
E invece bisognerebbe imparare che gli alibi nella vita non esistono, che provare deve essere sinonimo di riuscire, che fallire è un verbo che si deve dimanticare, che chiamarsi fuori non è un'opzione percorribile.
Perché come diceva un mio caro eroe "Nel momento stesso in cui ti concedi di pensare al Piano B, stai smettendo di lottare perché il piano A funzioni".

lunedì 7 aprile 2014

restauri

Tante cose si muovono, tante sono immobili.
Frequento poco questo spazio che è ormai il mio castello in disuso...e come una casa da troppo tempo abbandonata comincia a puzzare un po' di muffa, l'erba copre i fiori e la vista.
Ma molto lentamente le cose accadono...
Sto restaurando me stessa, il mio mondo e questo piccolo blog...

Ho anche un paio di cose importanti da scrivervi...

Lo faccio prestissimo.

giovedì 13 febbraio 2014

Grazie per la sua voce di Miele...

Sabato scorso era circa l'8 febbraio.
L'8 febbraio è da sempre per me una data magica...la mia laurea, un concerto di Niccolò Fabi e Sami minuscolo nella pancia di mia sorella, che nessuno lo sapeva ma a lui già batteva il cuore.
Un altro piccolo miracolo è accaduto questo 8 febbraio.
Torino sullo sfondo...una città che comincio a capire solo adesso.
Prima abbiamo visto un film semplicemente bello, Dallas Buyers Club, profumo di Oscar e della pelle chiara di Jared Leto che è sempre più bravo...un piccolo film civile che suona grande come Hollywood e brucia gli occhi di lacrime e sorrisi.
Poi una passeggiata al freddo e un caffè caldo con un pasticcino al cioccolato.
E, finalmente, il Folk Club.
I nostri posti sono così appiccicati al palco che per stendere le gambe mi ci posso appoggiare.
Patrizia Laquidara è di una bellezza a tratti imbarazzante...labbra e abito rosso, piedi nudi...bella da bruciare nella gola.
La sua voce tesse trame invisibili che ti penetrano la pelle di racconti eterni, popolati di amori tatuati, donne magnetiche, sabbie e magie del Sud, bossa a profusione...
L'anima si riempie del profumo di mare, di balli sfrenati, notti piene di sole...
E' viaggio, è sogno, è voce e musica..."Bellezza e crudeltà"...
Febbraio e Torino sembrano così altrove.
E noi dondoliamo sulle nostre sedie, e le mani applaudono senza sosta.
Dio, grazie per la musica.
E grazie per gli angeli come Patrizia Laquidara.
Grazie per la sua voce di Miele, la sua bellezza di Luna, il suo essere così forte donna e artista.

E grazie per il cinema, ovviamente.
Che roba pazzesca può essere la vita, qualche volta.


lunedì 13 gennaio 2014

Golden Globes Fashion...Buonanotte e sogni d'oro... (2)

Emma and Emma 
Emma Watson in Dior sulla sinistra ed Emma Stone in Chanel sulla destra altrimenti dette: "la totale e definitiva decadenza della moda francese"
                            
                                                               Separate alla nascita
Lena Dunham e Sofia Vergara in Zac Posen. Non è per sparare sulla croce rossa. Ma poniamo che tu sia una ragazza tanto intelligente ma dal sex appeal di un pezzo di formaggio morsicato dimenticato in frigorifero...e ti propongano di indossare un abito per i Golden Globes...Ecco forse il minimo che puoi fare è assicurarti che NESSUNO indossi qualcosa di simile...soprattutto che non lo faccia la mega-cosmica-bomba latina della tv! E poi il giallo, Lena! Che casomai fosse capitato a qualcuno di non vederti per sbaglio ti vai ad appiccicare in faccia come un moschicida!...che poi come si abbina il giallo al color cadavere della pelle...




Anonimia portami via...O peggio.


Taylor Swift in Carolina Herrera...buttato lì. Cerca di darsi un tono con il colore ma forse peggiora il risultato. Insignificante come il gusto che devi aggiungere alla vaschetta di gelato perchè è rimasto un buco...che è lo stesso che si può dire di Taylor del resto, nevvero Kanye?
Amber Heard in Versace. Ora...io capisco che quando possiedi come accessorio Johnnyno Depp il vestito da mettere ai Globes è un problema assolutamente irrisorio...resti sempre una delle gnocche più cosmiche del globo, uno sforzino in più?
Mila Kunis in Gucci...ah, l'irresistibile leggerezza del domopack...ogni anno qualcuno ci casca dentro...

Helen Mirren in Jenny Packham....oh, signora Mirren... a parte che io mi chiedo con il fior fiore di stilisti che esistono sulla faccia della terra come ti viene di vestirti con un abito di Jenny Packham...detto questo, la vecchiaia è una brutta cosa ma non giustifica comunque l'avvolgersi in una tenda di casa per andare ai Globes!
Olivia Wilde in Gucci...divina Olivia...ho solo una parola per te....Ramarro!!!
Amy Poehler in Stella McCartney...tesoro, potevi aspettare che lo finissero questo capetto prima di portarlo via dalla sartoria, no?

















Golden Globes Fashion...Buonanotte e sogni d'oro... (1)

Ovviamente ero talmente annoiata dai look delle cosiddette dive e divette in fila sul red carpet dei Golden Globes che avevo quasi deciso di far passare sotto silenzio l'evento...
Del resto da quando in passerella si schiacciano sonni beati più che inventarsi sogni dorati, questa penuria di polvere di stelle si rispecchia nelle scelte delle malcapitate starlette in cerca dei loro fatidici 15 minuti di celebrità.
O forse è l'ormai cronica sparizione delle DIVE a caratteri cubitali dalla storia del cinema che ha reso le passerelle la sagra dello sbadiglio malcelato?
La tragica disputa rischia di somigliare a quella dell'uovo e della gallina, e la rimandiamo a prima o poi, per ora accontentiamoci di discettar dei primi premi della stagione cinematografica e di come le nostre signore del grande schermo si sono armate per la battaglia...
Non volevo scrivere questo post, dicevo.
Poi una cara amica, che di festival del cinema assai s'intende, mi ha pungolato toccando quel tasto sempre scoperto che è la mia vanità "Ho bisogno del tuo podio...I need it!!!"....e potrei essere io così infame da non rispondere ad un tale appello?
Almeno mi giustificherò le 5.00 di mattina e i troppi pop-corn mangiati cercando di tenere gli occhi aperti...
My sweet Cami, this is for you!!!

Come avrò forse precedentemente fatto intendere la parola d'ordine di questi Globes è stata noia.
Abiti talmente scontati da far rimpiangere i bei vecchi tempi in cui almeno si osava il cattivo gusto.
E invece niente...giusto qualche pacchianata, ma si contano sulla punta delle dita...


Let's go!

lunedì 23 dicembre 2013

NonBuonNatale!

Trovo assolutamente inutile augurarsi Buon Natale. Auguriamoci piuttosto una Buona Vita. Perchè dovremmo passare una Natale felice e sereno e gli altri 364 giorni no?
Che poi mi guardo intorno e vedo:
- persone che si odiano costrette allo stesso tavolo che posano il coltello che tengono di solito fra i denti alla loro destra, pronti a rimboccarlo non appena il vicino di posto si distrae...
- persone che si urlano una contro l'altra quanto stressante sia andare a fare le compere di Natale, che si pestano i piedi con il carrello nelle file al supermercato...
- persone che mentre assemblano menù sempre più sofisticati già piangono i kili che prenderanno e studiano la dieta post-festività...
- kili e kili di panettoni che finiscono nella spazzatura dopo essere stati proposti e rifiutati dopo ogni pranzo e ogni cena...
-potrei andare avanti...

Se non sei credente probabilmente il Natale è la scusa che usi per variare il menù delle lamentazioni dal solito pranzo fisso fatto da lavoro e politica...e allora perché augurarti che sia buono?
Se sei credente davvero devi essere così ottimista nello sperare che quel povero bambinello abbia ancora voglia di nascere che meriteresti davvero gli auguri di Buon Natale. Ma evidentemente non ti servono, ti andrà bene comunque.

Quindi no, niente auguri di Buon Natale.
Che siate degli inguaribili ipocriti, degli spiriti semplici, degli entusiasti a qualsiasi prezzo o dei cinici romantici come me, passate il Natale che potete, e fate spallucce a chi cerca di vendervi lucine di plastica e festoni posticci...









martedì 17 dicembre 2013

Questo sono per me i tuoi occhiali...

Sono passati due anni e mezzo, precisi.  In bagno, sul mobile alto colorato di rosa, quel rosa che ti eri fatto fare apposta perché era il colore che sognavo, ci sono ancora i tuoi occhiali. Quelli spessi, con la montatura rossa. Quelli che preferivo.
Forse non tutti se ne sono accorti in casa. E in effetti stanno lì, in alto, indietro… in una posizione che se non sai che ci sono puoi anche non vederli.
Sono messi così perché quando entro nel piccolo bagno rosa, non sempre, ma alcune volte, io li scorgo…e mi prende quella fitta in mezzo alla pancia, dove immagino, nella mia personale geografia anatomica, ci sia un punto magico in cui la punta superiore dello stomaco tocca quella inferiore del cuore. E' una sensazione che si descrive male, come una scossa e anche come una coltellata, come immagino sia una coltellata, la scossa invece l'ho presa, dalle luci di Natale, e so bene come ti impasta i nervi dall'alluce alla punta dei capelli, ma è quasi piacevole.
Questo sono per me i tuoi occhiali.
Questo per me sei tu, che, maledizione, passeranno cento anni forse ancora e io sempre mi sveglierò la mattina con il bisogno irrinunciabile di dirti una cosa e darti un bacio, e vengo nella tua stanza, e trovo solo la tua gatta che mi guarda con il suo muso bambino.