venerdì 5 novembre 2010

Il prof.Vecchioni a Sanremo...

E bravo Professore.

Applaudo.

La tua scelta di partecipare al prossimo Festival di Sanremo è una delle cose più sensate che abbia visto fare da un bel po' di tempo a questa parte.

E sì prof. Tu e tuoi saggi colleghi...ci avete lasciato per anni divorare dai cattivi maestri, avete permesso che si facesse rimare "Amore" con "cuore" un milione di volte di seguito, fino a instupidirci, fino a farci credere che le cose potessero stare davvero così...Affogati in questa valle di lacrime dove l'unica speranza rimasta sembrava essere quella di mettersi a far l'amore col boccaglio...in tutti i luoghi, in tutti i laghi...

E chissenefrega se le classifiche le scalava gente che intitola gli album plagiando clamorosamente bambini di quattro anni, e te lo dò io il mondo in un secondo, e pure le stelle se mi capiti fra le mani.

Ma che ve ne importava?

La massa decerebrata non ci merita, e che se vogliono farsi furbi vadano al museo, che magari ci trovano un disco di De Andrè.

Non so quanti mesi fa fossero...c'era uno di quei premi cretini da seconda serata...Io avevo letto da qualche parte che saresti stato ospite. E allora me li sono sorbiti tutti, tutti professore.

Sembrava il carnevale della corte dei miracoli...imbellettai, impomatati, ingellati...un po' alla moda ma non troppo, per fare figo, sì, ma anche per conservare quell'alone di veracità che ci piace tanto a noi italiani...Giovanotti dai nomi improbabili e ragazzine scarmigliate, perchè sulla femmina l'effetto "le cattive ragazze vanno dappertutto" ci piace ancor di più...Ho provato ad ascoltare quello che dicevano, e nella migliore delle ipotesi non dicevano niente, ma quel niente che fa male, perché è talmente vuoto che nemmeno più il diavolo si prende la briga di farsene carico...Poi sei arrivato tu. E le tue rose blu. E io ci scommetto che le stesse mani che ti applaudivano un minuto prima avevano applaudito qualche Amico. E allora vedi che si può, mi sono detta?

Ma sì, professore. Certo che io sono una snob. Lo sono sempre stata e in gran parte è pure colpa tua. Però ci provo sempre a capire le ragioni degli altri. E amo questa mia derelitta generazione.

Perché i bambini non accompagnati non vanno da nessuna parte. Al limite possono schiacciare qualche pulsante di una televisione impazzita.

E hai visto mai che cambiando canale in una sera di febbraio, tra le cosce di una starlette e il sederino di un'escort di lusso, tra le querule urla di un pollaio delle banalità e un vecchio cantante, che ora è un giovane presentatore, che si impapinerà leggendo i 1000 numeri del televoto delle meraviglie vedranno apparire te. Il professore. Che con quell'aria seria solo a metà, gli ampi gesti delle braccia sempre così pronte a spiccare il volo, ripeterai per l'ennesima volta in un modo ancora nuovo per gli alunni distratti o quelli assenti la tua splendida lezione: gli uomini son come il mare, l'azzurro capovolto che riflette il cielo.

Ci vediamo a Sanremo professore...

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