martedì 29 novembre 2016

Polaroid #1

Non si guardano nemmeno, persi in pensieri asciutti che si sciolgono nel ghiaccio dei loro spritz insipidi. Improvvisamente non c'è più nulla che sia importante da dire. O anche solo che non lo sia, ma possa riempire di suoni quel vuoto. Eppure no. Non una parola che sia vera. Non un piccolo cenno, un'emozione da poco. E allora meglio questo silenzio annacquato che ottunde, culla e stordisce un po'. Come sia possibile che dopo anni di parole, pesanti/potenti/perfette, a volte urlate/insicure/laceranti, come è possibile, si chiede lei, che all'improvviso in questo ultimo pomeriggio d'estate, non ci sia più nulla che valga la pena di essere detto?
È necessario che si trovino almeno delle colpe, per provare a sopravvivere al male.
"Comunque sia andata io verrò al tuo funerale", dice, senza troppo pensare.
"Grazie. È rassicurante. E al mio matrimonio, verrai?"
lo guarda in quegli occhi verdi verdi e per un attimo si pensa lì, in chiesa, vestita di nero, mentre spia i sorrisi limpidi della donna a cui lui dirà "per sempre".
Sente la sua voce dire: "verrò, se mi inviterai" e nella verità di quella risposta, improvvisamente, si accorge di quanto anni luce lontana sia ormai da quell'amore.


mercoledì 23 novembre 2016

Animali Notturni, una specie di recensione.

Eccoci qui Tom.
E' passato un po' di tempo dall'ultima volta. Da quel film così uguale a me, dalle notti insonni a scrivere la mai tesi su di te, dalle lacrime quando sei tornato a sfilare. Sei riuscito a fare perfino un bambino, tu, nel frattempo.
Io ho continuato a inseguire farfalle, invece.
Sai, l'altro giorno ho rivisto dopo tanto tempo una persona molto importante della mia vita.
Mi sono presa qualche secondo per guardarlo da lontano, nel suo cappotto elegante.
E mi sono accorta che non provavo niente.
Niente.
Acqua gelata che scivola sulla pelle d'acciaio.
Eccoci qua.
Questa avrebbe dovuto essere una recensione di Animali Notturni, Tom. Il tuo secondo film acclamato e celebrato addirittura oltre le tue aspettative, ne sono sicura, perché so chi sei.
Solo che io stavo seduta sulla poltrona scomoda del vecchio cinema affollato, con le teste davanti a me che mi ottundevano un po' lo sguardo, dovevo fare anche la pipì...E non provavo niente.
Non ero curiosa, non ero triste, non ero emozionata.
Tutta quella violenza, le cose distrutte, i nervi tesi di Jake Gyllenhaal, quell'America infinita.
Ogni tanto mi protendevo sulla poltrona per cercare di avvicinarmi, per provare a sentire quel dolore che passava indenne negli occhi azzurrissimi dei protagonisti.
Non fraintendermi, Tom. Hai fatto un film bellissimo.
Un thriller vero. Giusto. Da far esultare di gioia la studentessa di cinema che è in noi, come ha detto una delle mie meravigliose sorelle.
Messi in fila A Single Man e Nocturnal Animals fanno di te uno di più grandi registi americani contemporanei. Senza ombra di dubbio. E nessuno deve permettersi di dire il contrario né osare negarti il tuo posto nell'Olimpo della storia del cinema.
E lo dico a caratteri cubitali.
Va bene così, Tom?
Ho le mani fredde e non riesco a scaldarle.
Ma non ha nulla a che vedere con i 17 gradi di questa stanza.
E' che a un certo punto, io davvero, non lo ricordo quando, queste mani gelate hanno staccato qualsiasi collegamento che portava sangue caldo al cuore.
Come un blackout improvviso nel mezzo di una festa.
Sono rimasti il silenzio, il vuoto, la gola secca.
I piedi che prima danzavano ora sono immobili davanti all'abisso.
Quindi davvero Tom, io avrei voluto scrivere una recensione sul tuo film.
Ma tu sai chi sono.
E sai bene che in un certo senso lo sto facendo.
Al di là della fotografia da urlare di bellezza. Oltre le musiche che raramente ho sentito così parte della storia. Senza dire nulla di un cast che sulla carta non mi piaceva e che si è rivelato eccezionale. Sorvolando sulla tua regia e soprattutto sulla sceneggiatura che sono parimenti senza difetti.
Non sono di parte. Lo hanno pensato tutti, mentre io restavo muta.
Perché il problema vero, Tom, è quanta verità ci hai messo in questo lavoro.
La tragedia è che le cose stanno davvero così. Siamo diventati uno stormo di animali notturni con il cuore congelato. E non c'è più nulla che possa salvarci.
Non la vendetta, non l'amore, non l'arte.
E' finita.
Siamo diventati ciechi e le mosche già banchettano con il nostro cadavere mentre le nostre donne ci aspettano, inermi veneri senza trucco, invano, fra le luci che vanno spegnendosi.









lunedì 21 novembre 2016

#postpolitico

Lo so. Qui dentro ho sempre parlato di cose belle, alte, potenti, nientedimeno.
Ma l'orrore bussa alle nostre porte e io non voglio restare indifferente.
Dovrei scusarmi in anticipo per i toni, ma come dire...non ne ho voglia.

Il concetto non è difficile.
Siete una manica di ignoranti e incompetenti, privi di grazia e fantasia. Mi fate uno schifo che le mie parole troppo ornate non sanno nemmeno immaginare. Nel pantano di merda che siete, e alla luce di tutta la merda intorno, il Partito Attualmente al Governo, guidato dal re indiscusso della merda, al di là di soluzioni utopiche tipo l'arrivo di Thor, è probabilmente davvero il minore dei mali in questo momento. Ne siamo consapevoli tutti, cara Emma. E lo diciamo chiaramente, con le maschere antigas ormai incollate alla carne del viso. Ciò detto, ma ti pare che io abbia questa voglia pazza di gettare nel liquame la mia Costituzione? No. Proprio no. Io magari la Costituzione non la so a memoria. L'ho letta distrattamente tanti anni fa. Ma so per certo che qualcuno è morto perché potesse nascere,so che è l'unico baluardo che mi difende strenuamente proprio dal genere di merde che in questo momento ha in mano il mio Paese, so che non ne so abbastanza e che nessuno di voi ne sa abbastanza per poter davvero pensare che sia lecito modificare e, soprattutto, so che non mi fido.
E quando non mi fido io preferisco che le cose restino come sono, perché il mio istinto è potente. Quindi sapete che c'è? Andare a dire in giro che se questo colpo di stato non riesce il Governo cadrà, l'Italia uscirà dall'Europa e l'Apocalisse si abbatterà sulla penisola è UN DELITTO. Un ricatto dei più beceri. Una roba che mi strappa le vene dei polsi solo a pensarla. Dimostra chiaramente solo una cosa: lo sprezzo che voi avete della democrazia.
E sapete che c'è? Io da un nugolo di merde che disprezza la democrazia la mia Costituzione non la faccio toccare. Perché voi presto scorrerete via lungo i condotti fognari e prima o poi arriverete a qualche depuratore e non sarete più un problema mio. Ma io ho 30 anni e un mucchio di nipotini minuscoli. E né io né loro abbiamo intenzione di subire lo scempio che credete di poter mettere in atto con modi immorali, offensivi, indegni. E come dire..il fatto che facciate firmare appelli perché io vi dia ragione alla moglie di Montalbano, ad un ballerino che non è nemmeno capace di accettare se stesso, ad un cantante ventenne miliardario e al regista più sopravvalutato della storia del cinema non fa che convincermi che quello che volete fare non sia una buona idea e che voi siate pervasi dalla più oscena malafede.
Provo una grande tristezza perché in questa trappola collosa sembrate attirare anche una manciate di persone che stimo. Ma si sa, sul viscido si rischia di scivolare anche con le migliori intenzioni.

mercoledì 9 novembre 2016

Canto delle cose che si rompono

Subisco vorticose contrazioni all'anima.
Bellezza, merda, abbandoni, attese, risate, resurrezioni.
Inchiostro a fiumi sotto la pelle.
Che poi le cose accadono e non sono quasi mai come le avevi sperate.
E gli altri se ne vanno lasciando scie malate del loro sporco addosso.
Ho fra le dita righe faticose.
E certezze che stillano come sangue dalla carne fatta a pezzi.
Che l'amore non vince mai sull'odio.
Perché se cosi fosse tu saresti qui, con le mani piene di coraggio, parlandomi come se esistessimo ancora. E io saprei chiederti scusa per quando ho sputato forte sul tuo dolore.
E' rimasta solo acqua che ci infetta i pori.
Fotogrammi malati.
Equilibri malsani.
Imparando a dimenticare le buone maniere, a dire "Vaffanculo" a voce alta.
Arrampicandoci su sentieri paralleli alla Vita che ormai battiamo da professionisti consumati.
Spiando la mano dell'avversario, che dagli occhi ci vomita strali di pena.
Che ne sarà del nostro odore?
I predatori già respirano il vento.
La città dei sogni si stagliava d'avorio e asfalto sotto ai nostri sguardi violentati, e io non sapevo più riconoscere dove fossi stata felice.







mercoledì 26 ottobre 2016

Una cosa resta vera

Una cosa resta vera, pur ammettendo tutto questo caos intorno, pur considerando che siamo artefici di un granello di sabbia del nostro destino, facendo salvo il fatto che quello che è successo lungi dall'essere colpa di qualcuno continua a fare un male fottuto a tutti.
Una cosa resta vera. Piccola come un soffio, lucente come il faro di una baia…una cosa sola: che io ti ho amato. Ti ho amato. Il che non è che sia in sé un fatto eccezionale, ci sono così tante persone che si amano, e nemmeno lo era per noi che, anzi, l’abbiamo sempre visto come un fatto naturale, le nostre anime si erano riconosciute e poi appiccicate incuranti di tutto il resto, forti e sicure della loro bellezza. Amarsi era semplicemente un fatto. Amarti una condizione a me necessaria. (…)
E poi con la stessa rapidità e quasi con lo stesso ardore avevo smesso di farlo. O forse no. Non smesso. Chè smettere le passioni non si può, le si accantona, ma esse ti hanno ormai lasciato un solco irrimediabile che il tempo riempie…la pioggia porta il fango, i detriti si staccano dalle montagne, pezzetto su pezzetto…del danno ci si accorge solo dopo l’alluvione quando l’acqua non sta più dove prima aveva un letto comodissimo. Così succede. Avviene qualcosa che prima non avrebbe destato sospetti e improvvisamente diventa una tragedia e allora ti fermi a pensare e ti accorgi che quello che è cambiato è semplicemente il sentimento con cui hai misurato i fatti.
Io ti ho amato. Questo resta vero. E questo io ti prego di non dubitarlo mai. Perfino se il mio naso arrivasse a toccare il cielo nel momento stesso in cui pronuncio queste parole.Ti ho amato. Perché poi sia così dannatamente difficile mettere punti e andare a capo, capire che se noi non siamo infiniti, nulla di ciò che facciamo può esserlo e quindi tantomeno i sentimenti che proviamo, io non lo so. Sono certo però che la vita sia la peggiore imitazione possibile dell'arte…opera affrettata di un artista vecchio, con poca ambizione, un pessimo gusto del colore e scarsissima conoscenza di artifici retorici…

E non pensare che me la stia prendendo con Dio solo perché ora non ci amiamo più. La vita la fanno gli uomini attimo dopo attimo. E in questa nostra vita ci sono due persone ormai senza più coraggio né forza, che ad un certo punto hanno semplicemente smesso di guardare nella stessa direzione.

(da Velvet Golgotha, Darkene F. DiCembre)

venerdì 7 ottobre 2016

Estate, Autunno, Inverno e Primavera.

...Watch the road and memorize
This life that pass before my eyes
Nothing is going my way...

Settembre è galoppato via al suono di migliaia di farfalle che mi ribollono nello stomaco.
C'è nell'aria questo sentimento di trepidante adolescenza che parrebbe così dissonante dall'autunno incipiente e invece ci agita di una gioia agrodolce.
E' una cosa molto supernatural and superserious avere compiuto trenta e più anni  senza clamore e sentirsi pulsare di quei pomeriggi infiniti ad ascoltare musica ad occhi chiusi e a piangere di rabbia e amore per le cose che ci facevano impazzire, Keith Haring, i Bluvertigo, Oscar Wilde...
Mettiamo in ordine i pezzi.
Passa quest'estate assurdamente inutile nella quale i fatti più memorabili accaduti sono gli estenuanti match di volano e ping pong nel giardino di casa. Un tempo sospeso, di quelli ormai troppo frequenti, in un silenzio emotivo che serve a mettere distanze e punti da alcune cose deludenti e inutili accadute nell'ultimo paio di anni.
Un "senso di non partenza" che, un po' per caso, un po' per desiderio, accomuna tante belle anime della mia generazione e forse fa sentire  più vicine che mai le mie amiche-sorelle impantanate in vite che non avevano previsto e che soprattutto non avevano previsto di amare.
Poi mi sono messa a fare un po' di decluttering. A spostare tutti i mobili della casa. A togliere un sacco di polvere che mi si era incastrata dentro.
Mi sono anche fatta piantare in bocca pezzi di denti nuovi e luccicanti.
E ho scoperto che gli Afterhours avevano appena pubblicato un album dal titolo indicibile che è un musical sul cancro, sulla morte di un padre, sulla rinascita e sulla vita.
E così mentre Manuel Agnelli urlava il suo dolore io ho ripensato a questi ultimi 15 anni. Alla strada che mi ha portato dall'essere un'adolescente dark e sfacciata all'essere una donna così impaurita.
E ai 5 anni che sono passati da quella ferita che forse solo ora inizia rimarginarsi con forza,tirando e facendo prudere la pelle. Che sta lasciando una cicatrice enorme che porterò a vista per sempre. Ma che ha, forse, smesso di stillare sangue vivo e che finalmente posso guardare in quell'enorme specchio a figura intera così elegantemente shabby-chic che le mie amiche mi hanno regalato per questo strano compleanno.
Poi, per aggiungere un po' di panna alla torta, ho abbracciato uno sconosciuto con incredibili occhi azzurri e muscoli di quercia.
E Gus Van Sant è venuto a farsi un giro a Torino. E non c'è nessuno come Gus Van Sant che sappia raccontare che meravigliosa merda è l'adolescenza e che mi abbia raccontato così bene la mia. Mi sono ritrovata a guardarlo da vicino, a stringergli le mani, a piangere con le mie sorelle sugli occhi infiniti di River Phoenix, come quando riempivamo le pagine del diario con il suo nome. Ed è stato così strano anche questo.
Così ora me ne sto qui a lavorare sodo, a correre e sudare, a cantare a squarciagola, cercando di tirare un po' le redini di un lungo pezzo di storia di me che ho perduto.
Ho fatto un gran casino in questo post.
Sono alte onde che si agitano e che il gelo dell'inverno che scalpita alle porte cristallizzerà per farsi trovare pronti e indomabili dalla Primavera.


(il corsivo è tratto da Find The River dei R.E.M.)






martedì 13 settembre 2016

Fat Bottomed Girls

Ma io lo vado dicendo da una vita.
In questo paese essere grassi è come essere stranieri, disabili, malati, molto peggio che omosessuali.
In fondo lo straniero, il disabile, il malato, l'omosessuale non hanno colpa delle loro malefatte.
Il grasso invece...possibile che non riesca a togliersi quel panino al lardo da incollato alle mani?
I grassi sono diversi, sono pigri, non sanno controllarsi.
I grassi sono brutti, sono privi di volontà, sono insani.
E per fortuna che quasi sempre sono simpatici. Dio ci scampi da un grasso antipatico che poi magari si mette pure a piangerci addosso!
Poi un uomo, vabeh. Uomo de panza uomo de sostanza. Un uomo grasso probabilmente ha un lavoro importante che non può lasciare per andare in palestra. Un umo grasso non importa poi tanto, se riesce ad avere un bel portafogli, il carisma, la battuta pronta.
E' delle ragazze grasse che proprio non sappiamo che fare.
Ma stiamo scherzando? Una ragazza grassa rischia di non poter fare figli! E pensate se li facesse...sicuramente non saprebbe insegnare loro il valore del canone della bellezza!
Perché alle donne, in questo paese, è concessa anche la parità. Se sono il doppio sexy, il doppio disponibili, il doppio sorridenti e il doppio giovani possono essere quasi come gli uomini.
Non mi inerpicherò in un trattato di sociologia della povera patria.
L'equazione è così semplice da risultare quasi banale.
Più gli uomini hanno paura, più impongono un canone che li faccia sentire al sicuro.
E queste donne che occupano uno spazio così grande non le puoi ignorare. Non puoi fare finta di non vederle rinchiudendole nelle pubblicità, in abiti scuri simili ai tuoi, così che non ti sembrino nemmeno troppo donne, non ti confondano con il loro canto di sirena e ti permettano di continuare a tenere strette le redini del potere. Perché in fondo lo sai che non durerà molto. Che la Terra è donna è sta chiedendo il suo conto.
Nella mia vita ho conosciuto alcune ragazze grasse. E' vero, sono quasi sempre simpatiche. E colte. E sanno ascoltare. Sapete com'è...loro a 14 anni non avevano di meglio da fare  che stare chiuse in casa ad ascoltare musica, leggere, scrivere, al massimo consolare i loro amichetti delusi dalle ragazze magre. Spesso avevano madri che avevano lottato duramente perché una ceretta non fosse la misura del loro valore. E avevano brutti vestiti.
Le ragazze grasse sapevano di non poter sperare in un "buon matrimonio" e che se in quanto donne dovevano valere il doppio degli uomini in quanto donne grasse forse nemmeno il quadruplo sarebbe bastato.
Le ho viste crescere.
Le ho viste mangiare insalate di cetrioli tutti i giorni. Bere intrugli magici. Rinunciare al mare, alla piscina. Le ho viste piangere nei camerini dei negozi. Ho sentito uomini dire loro "se tu corrispondessi al mio ideale estetico...". E donne magre dire "dovresti impegnarti di più". Ho visto datori di lavoro asserire "cerchiamo persone più qualificate" per poi ridacchiare quanto le ragazze voltavano loro grossi sederi.
Quindi ora non venitemi a dire che siamo in un posto migliore perché 5 ragazze che Botticelli avrebbe definito perfette e che nulla hanno a che fare con una ragazza grassa, partecipano a Miss Italia.
Che poi mi pare abbia vinto la solita taglia 38 con la faccia da triglia, tra l'altro. Che indovinate un po'? Studia fashion marketing. Il carrozzone va avanti da sé.
E fortuna che le ragazze grasse rotolano, così in qualche modo al traguardo alla fine ci arrivano anche loro.