mercoledì 23 novembre 2016

Animali Notturni, una specie di recensione.

Eccoci qui Tom.
E' passato un po' di tempo dall'ultima volta. Da quel film così uguale a me, dalle notti insonni a scrivere la mai tesi su di te, dalle lacrime quando sei tornato a sfilare. Sei riuscito a fare perfino un bambino, tu, nel frattempo.
Io ho continuato a inseguire farfalle, invece.
Sai, l'altro giorno ho rivisto dopo tanto tempo una persona molto importante della mia vita.
Mi sono presa qualche secondo per guardarlo da lontano, nel suo cappotto elegante.
E mi sono accorta che non provavo niente.
Niente.
Acqua gelata che scivola sulla pelle d'acciaio.
Eccoci qua.
Questa avrebbe dovuto essere una recensione di Animali Notturni, Tom. Il tuo secondo film acclamato e celebrato addirittura oltre le tue aspettative, ne sono sicura, perché so chi sei.
Solo che io stavo seduta sulla poltrona scomoda del vecchio cinema affollato, con le teste davanti a me che mi ottundevano un po' lo sguardo, dovevo fare anche la pipì...E non provavo niente.
Non ero curiosa, non ero triste, non ero emozionata.
Tutta quella violenza, le cose distrutte, i nervi tesi di Jake Gyllenhaal, quell'America infinita.
Ogni tanto mi protendevo sulla poltrona per cercare di avvicinarmi, per provare a sentire quel dolore che passava indenne negli occhi azzurrissimi dei protagonisti.
Non fraintendermi, Tom. Hai fatto un film bellissimo.
Un thriller vero. Giusto. Da far esultare di gioia la studentessa di cinema che è in noi, come ha detto una delle mie meravigliose sorelle.
Messi in fila A Single Man e Nocturnal Animals fanno di te uno di più grandi registi americani contemporanei. Senza ombra di dubbio. E nessuno deve permettersi di dire il contrario né osare negarti il tuo posto nell'Olimpo della storia del cinema.
E lo dico a caratteri cubitali.
Va bene così, Tom?
Ho le mani fredde e non riesco a scaldarle.
Ma non ha nulla a che vedere con i 17 gradi di questa stanza.
E' che a un certo punto, io davvero, non lo ricordo quando, queste mani gelate hanno staccato qualsiasi collegamento che portava sangue caldo al cuore.
Come un blackout improvviso nel mezzo di una festa.
Sono rimasti il silenzio, il vuoto, la gola secca.
I piedi che prima danzavano ora sono immobili davanti all'abisso.
Quindi davvero Tom, io avrei voluto scrivere una recensione sul tuo film.
Ma tu sai chi sono.
E sai bene che in un certo senso lo sto facendo.
Al di là della fotografia da urlare di bellezza. Oltre le musiche che raramente ho sentito così parte della storia. Senza dire nulla di un cast che sulla carta non mi piaceva e che si è rivelato eccezionale. Sorvolando sulla tua regia e soprattutto sulla sceneggiatura che sono parimenti senza difetti.
Non sono di parte. Lo hanno pensato tutti, mentre io restavo muta.
Perché il problema vero, Tom, è quanta verità ci hai messo in questo lavoro.
La tragedia è che le cose stanno davvero così. Siamo diventati uno stormo di animali notturni con il cuore congelato. E non c'è più nulla che possa salvarci.
Non la vendetta, non l'amore, non l'arte.
E' finita.
Siamo diventati ciechi e le mosche già banchettano con il nostro cadavere mentre le nostre donne ci aspettano, inermi veneri senza trucco, invano, fra le luci che vanno spegnendosi.









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