sabato 20 dicembre 2014

Gli zombie di Natale.

Stavo per scrivere l'ennesimo post triste e cattivo sul Natale, che ormai pare essere diventato il mio peggior nemico.
Poi mi sono ricordata che ne ho scritti così tanti l'anno scorso...e valgono ancora tutti, quindi se avete proprio voglia di sapere cosa penso del Natale, andate a destra dello schermo, cliccate "2013", poi "dicembre" e via...chi più lacrime e cinismo ha più ne metta.

E' che sono troppo propensa alla Pasqua per amare il Natale.
E sono quelle dicotomie assolute: cani o gatti, estate o inverno, mare o montagna, Natale o Pasqua?
Quest'anno poi sono sommersa di lavoro che odio, problemi che non hanno soluzione, impegni che mi annoiano, persone sbagliate che mi si insinuano sotto la pelle.
Splendi, dice il mio oroscopo.
Ma io ci provo, dannazione. Ci provo.
Ma voi state così attaccati al passato, all'abitudine...avete le unghie che sanguinano e i polsi spaccati in due in questo tentativo fottuto e fallito prima di iniziare di tenere insieme le cose che si sono rotte.
"E' che siamo circondati da deboli" ha decretato Sfinge.
E'che la vita scorre. In avanti, sempre. L'acqua che stagna marcisce.
Ma come fate a non sentirne il fetore?

Il mio lucente passato mi manca ogni giorno.
Forse la mia fortuna è che i morti sono morti davvero.
E non restano come zombie appiccicati al mio collo.

E per tornare al Natale...
Si salvi chi può.
E cercate di evitare gli zuccheri raffinati.






mercoledì 19 novembre 2014

Cestini di passato...

E poi succede che il passato bussa e ti lascia un cestino fuori dalla porta.
Dentro ci sono tovaglie di ricordi che avevi perduto, cucchiaiate di risate, vasetti pieni di lacrime così ermeticamente chiusi che sembra impossibile si possano versare. Ci son piccoli cuori impacchettati nel domopack.
E in questo pic nic improvviso sparso sul pianerottolo accade di ritrovarsi. Almeno un pochino.

Ultimamente il mio Passato si è impegnato molto per intrecciare cestini. Sarà che si avvicina il Natale.

Oggi ho trovato questo.
E ho voglia di lasciarlo qui...

Per te, cui queste parole erano dedicate.
Per voi, che mi volete bene.


Se fossi stata bionda
Mi ci ritrovo a volte, la notte guardando il soffitto, o il giorno, più spesso, passando davanti a specchi che si sono rimpiccioliti negli anni. Sarebbe cambiato qualcosa? Qualcosa avrebbe potuto essere diverso se io fossi stata diversa? Per esempio, non so, se fossi stata bionda. Non di quelle bionde Casting Crème Gloss 730 Miele Dorato…no. Quelle bionde che nascono bionde. Corredata di occhi celeste mare, metri di gambe, vita d’ape. No, porco cavolo, non mi sarei accontentata di nulla di meno.Ho una precisa collezione di fantasmi che tengo ripiegata in un cassetto. Quando lo apro, composti, mi sfilano davanti urlando oscenamente le loro dannazioni. Tra i miei insopportabili difetti di grassa moretta c’è anche questo. Immagino che se fossi stata bionda avrei dimenticato gli spettri sul bordo di qualche piscina nella quale avrebbero potuto poi educatamente affogare. E poi c’è che non ho nemmeno i capelli lisci. Esiste una classe di more con gli occhi chiari e i capelli lisci che, non con la stessa arguzia di una dorata dea — ma poi che differenza fa? È il risultato che conta in questi casi — è similmente capace di dimenticare in fretta. E poi se fossi stata bionda…avrei potuto avere uomini biondi e figli biondi. Il che ci avrebbe anche salvati da alcuni stermini quotidiani che ci piace dimenticare. Salvati del tutto magari no, ma quantomeno non ce ne saremmo accorti. Se fossi stata bionda, se fossi stata bella. Se avessi avuto il coraggio. Non tutte le prose possono essere d’amore. Anche se dovrebbero, io credo. Ne abbiamo discusso, di questo, di altro, brindando con cicuta frizzante, ridendo con le bocche troppo aperte, in nottate che sembravano perfette. Oddio, c’erano le zanzare. Ma le elimino dal ricordo, ché tanto sono più piccole di un pixel.Se fossi stata bionda è un’idea che mi viene se penso a te. Il più enorme dei miei fallimenti. Che scemi dalla mia memoria ogni minuto meno di quello prima con la forza di una parabola geometrica impazzita che non so disegnare nemmeno da mora. E mi aggrappo con i denti, quelli almeno li ho perfetti, alle queste quattro parole che alla fine risulteranno troppo barocche, oppure pregne di uno sperimentalismo che non mi appartiene. Avrei dovuto essere bionda sì, ma nell’anima, per continuare a ridere mentre tu scomparivi dentro quel maglione che fagocitandoti ti tradiva, e tradiva noi, e tutto quel futuro di cui continua a non fregarci niente.Te lo chiedo adesso. Senza sapere nemmeno se esigo una risposta e lasciando contemporaneamente una riga bianca casomai tu voglia darmela.Sarebbe cambiato qualcosa se, diciamo, non so, io fossi stata bionda?
(Attimpuri, darkene F. DiCembre)


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giovedì 6 novembre 2014

Il Giovane Favoloso che mi somiglia, vile e prudente.

Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d’ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz’altro pensiero”, scrive Leopardi al padre, è il 1819.

Credo di non aver avuto più molti occhi e orecchie per il resto del film di Martone per quanto ha agghiacciato me, questa frase.
Sono giorni questi di grande lavorio e travaglio interiore.
Questo anno lo è stato.
Quel compleanno che tanto temevo giunto senza fare troppo male. Una serenità attesa e inaspettata che ha sommerso la mia vita come una marea di acqua tiepida che ti sale dal fondo dei piedi al collo senza fare male.
Nessuna Epifania a scioccarmi la vita e le mie mani che non producono più parole.
Tante piccole meravigliose creature che mi sono nate intorno e che non mi hanno stravoltocome mi aspettavo.
Nessun Amante, nessun Amore.
Potrebbe apparire brutto e forse è orribile, ma chi potrebbe mai sputare su questa tranquilla serenità?
Non certo io, l'eterna inquieta, la "sorella nel dolore" come, con dolcezza, soleva definirmi la mia Dolce Musa, che forse vive questa stessa melancholia.

Mettersi in pericolo per sconfiggere la vile prudenza. Giocarmi tutto quel che so di me per certo in "un solo lento tiro"...Servirà questo alle mie parole mute?

Ma voi eravate forse qui per una recensione a Il Giovane Favoloso?
#Carino, #pressochéinutile, #ElioGermanoE'MeglioDelFilm, #LeopardiMeritavaLaLuna...e Martone lo omaggia con un fiammifero.
Così vile e prudente.



lunedì 13 ottobre 2014

"Ma perchè ami così tanto John Galliano?"


"Ma perchè ami così tanto John Galliano?", mi ha chiesto qualcuno di appena incontrato
davanti a qualche calice di vino bianco...
Penso di aver strabuzzato gli occhi.
"Ti rispondo io", ha detto una vecchia amica e compagna di avventure, "John è semplicemente tutto quello che Fabiana ama della moda".
Una cosa vera, ma solo in parte. John è tutto quello che io amo della Vita.
Sono due occhi che bramano l'Arte come non esistesse al mondo altro cibo capace di saziare l'anima, occhi che scandagliano il mondo con pupille di fuoco, per cercare di restituire una Visione che è l'ideaplatonica di Bellezza.
E' passione, Amore...qualcosa che va così oltre un abito e una passerella, capace di toccare tutto quel groviglio di cose che abbiamo nella pancia e avvicinarci per un attimo a Dio.
E' qualcosa che succede nella vita, raramente, e in quei momenti sai davvero quanto vale, quella Vita.
E' l'Arte nella sua accezione più pura, e le parole sono davvero poca cosa per spiegarsi.
Quindi perdonatemi, andate su youtube, digitate "John Galliano Dior" e innamoratevi di quanto queste mie povere parole non sanno dire.

Ma poi...poi la vita è folle e, come diceva Virgina Woolf, "L'artista deve morire".
E lo schianto dell'Artista John Galliano non poteva che essere forte e pieno di pathos come tutta la sua Arte è sempre stata.
E qui la storia diventa ancora più grande.
Prima John Galliano era semplicemente "il più grande artista che potessi immaginare", poi è diventato anche il più grande Uomo.
Essere un Uomo per un Artista è la cosa più difficile.
Perché significa esserlo come egli è qualsiasi cosa sia: totalmente.
Artisti si nasce. E' qualcosa che ti trasuda dalla pelle, che non puoi fare a meno di essere mai, nemmeno se non arrivassi mai ad esprimere Arte.
Uomini, invece, si diventa. Con una fatica indicibile.
Imparare a vivere come uomini, a parlare la lingua degli uomini, a fare le cose che per gli uomini sono il quotidiano...ricordate l'Albatro di Baudelaire?
In questi quasi quattro anni John Galliano è stato,se possibile, ancora più vicino al mio cuore...
Ne potevo sentire così forte il Dolore, e la sfida che gli si stagliava davanti: essere ancora se stesso, nonostante tutto, seppur spoglio di quei travestimenti si usano per la paura fottuta di restare nudi, perchè l'Arte ti spoglia, ti spolpa...e poi ti manda in mezzo all'arena con la carne e il sangue che si vedono...
E poi, ben sapete, questi-quasi-quattro-anni, per motivi personali nemmeno ancora del tutto a me chiari, sono coincisi anche con il mio di silenzio creativo.
Ho spiato John in questi anni quasi come se fosse il mio karma.
Ho sorriso di ogni suo sorriso, pianto ogni sua lacrima, "perchè la gioia come il dolore si deve conservare, si deve trasformare", dice il poeta.

Scrivo queste parole che conservo da tempo nel cuore ora che una nuova avventura per l'Albatro di Gibilterra ha inizio.
Ora che è ufficiale: John Galliano è il direttore creativo della Maison Martin Margiela, forse già a Gennaio potremo toccare la sua Arte di nuovo.
Ho le mani che tremano mentre lo scrivo.
Forse fra qualche giorno, con più lucidità, riuscirò perfino a scrivere qualche riga su quanto per la Moda questa cosa sia importante, su quanto lo sia per la società, su cosa vorrà dire per uno come Galliano prendere in mano le redini di una Maison come Margiela.
Forse.
Fra qualche giorno.
Ora è ancora troppo forte la gioia del bambino che ha visto la neve...e non riesce ad infilare gli stivaletti da quanto freme...












domenica 14 settembre 2014

Primo giorno di scuola...

E domani comincia la scuola...
Io non me lo ricordo quasi più come fosse il primo giorno di scuola.
Ricordo però bene che il primo giorno del primo anno, quasi 1000 anni fa, proprio fra i piccoli banchi verdi ho incontrato due delle persone più importanti della mia vita, che ancora oggi chiamo Sorelle.

La mia fortuna è che da una vita rivivo tutti gli anni "il primo giorno di scuola" visto che la mia mamma è la Maestra più pazzesca del mondo...
Forse anche per questo so quanto fondamentale sia questa meravigliosa Istituzione.
Il primo e più grande momento di uguaglianza, cultura e civiltà di un popolo.
Ho sempre pensato che che l'economia valesse poco, lo specchio più tragico della rovina di un Paese, e oggi del nostro Paese in particolare, sono le condizioni pietose in cui versa la sua scuola, martoriata, violentata, ormai quasi completamente assassinata.
E quando parlo di Scuola per me esiste sempre e soltanto Una scuola: quella pubblica.

Ho incontrato così tante persone speciali a scuola. Praticamente tutti i miei amici. E insegnanti a cui devo quasi tutto quello che sono.
Come potrei quantificare il mio debito verso chi mi ha insegnato a leggere e scrivere?
Una madre ti dà la vita, la scuola ti mette al mondo.
Ti insegna a vedere gli scrigni dei tesori che troverai sul tuo cammino e poi a cercare le infinite chiavi per aprirli...
Insinua le domande, ti spinge a cercare le risposte ovunque esse si trovino, al fondo della tua anima, dovessi camminare tutta la vita sull'orlo dell'abisso per trovarle.
Questo fa la scuola.
Ti sfida ad essere unico e grande, senza dimenticare che non si crea nulla di meraviglioso da soli.
Che tutti insieme sarà sempre meglio, ognuno a modo suo.
Che la diversità è un valore imprescindibile e l'uguaglianza il fondamento della vita.

Finirò col diventare sentimentale.
E pensare che doveva solo essere un post di auguri per tutti i bambini e ragazzi che domani torneranno sui piccoli e grandi banchi verdi.
E soprattutto un augurio per gli insegnanti, tutti quelli che sono stati miei in primis...e ovviamente tutti gli altri.
I Coraggiosi capitani di una nave rattoppata con i cerotti, zeppa d'acqua, di fatiche che sembrano inutili...
In bocca al lupo. Avete il mondo sulle spalle, eppure continuate a sorridere imperterriti ogni volta che la campanella suona!



venerdì 12 settembre 2014

Oh, life...is bigger...

"...perché so bene da dove nascono le tue e le mie convinzioni: dalla voglia bruciante di verità e bellezza...perchè arrivate ai tuoi, quasi ai miei, trent'anni, posso dire di non aver mai conosciuto una persona libera come te..."
Parole che fanno bene, le chiamerebbe un poeta che amo.
Perché ci sono i momenti in cui la luna piena ti tiene incollato al letto e alla paura.
E poi invece ci sono i giorni in cui ricevi una rosa e il sole si rimette a girare.
Che mentre mangi il gelato più buono del mondo ti guardi intorno e sai che le persone che ti sono accanto ti amano di un Amore senza condizioni, e devi a loro la tua vita molto più di quanto loro, forse, sanno.
E capita che in mezzo a quattro chiacchiere salti fuori un Personaggio che, questa volta lo sai, segnerà la svolta..quel principe Azzurro di cui il tuo eroe ha un disperato bisogno, e forse è stato proprio un principe Azzurro a indicartelo...
E una ninfa mozzafiato che ti ha sempre portato fortuna ti aspetta per un caffè il sabato mattina.
Il futuro è un lusso che non sempre possiamo permetterci.
Ma a volte il presente sa stupire con colori così vivi che mentre ti copri gli occhi con le mani tutto quel che resta è il tuo sfacciato sorriso.

martedì 9 settembre 2014

Me, where I am now.

Vabeh, che pigrizia.
Che sempre-troppo-poca-voglia-di-scrivere.
E di vivere, a volte.
Un'estate stupida.
Senza sole e senza mare.
Un settembre che si preannunciava pieno di fuochi d'artificio, e che si sta rivelando pesante come un fiume di piccole pietre implacabili.
Una famiglia ritrovata, un po' di peso perduto, un compleanno importante, un futuro che mette i brividi, persone importanti sempre più difficili da capire, altre che finalmente ti tendono la mano, nuovi amori...
Che fatica.

Comunque ieri ho visto Rush.
Finalmente.
Non centra palesemente nulla.
Però è un film bellissimo.
Mi ha ricordato che per tanto tempo ruote e motori sono stati la cosa più importante della mia vita. E che era quella, ovviamente, una vita bellissima.
Un tempo sospeso e perfetto.

"Settembre, andiamo. E' tempo di migrare."
Almeno metaforicamente, per ora.




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