mercoledì 7 settembre 2016

Prière Païenne. Memories.

...E liberami dalle sterili lacrime,
dalle urla agghiaccianti,
dal sole,
dal vento,
dall'amore,
dalle facili e rozze passioni,
dagli aridi istinti che ci rendono simili a bestie,
dal sangue che mi ha sempre fatto schifo,
dal sonno,
dall'inutile accanirsi,
dal subitaneo contraddirsi...
liberami dal tuono,
dallo stupore infantile,
dalla meraviglia dello scoprire,
dall'immensità del silenzio,
dalla grandine,
dalla sabbia nei sandali,
dalla grandeur del sogno,
dalle notti senza fine...
liberami dalle morti che non ti spiega neanche Dio,
da questo Dio che non si tocca e non si vede,
dal terrore dell'errore,
dalla neve così troppo fredda,
dal sale fino,
dal "parlarsi con estrema sincerità",
dagli inganni malcelati...
liberami dal suono dei violini che mi ricorda te,
dal gracchiare delle rane nello stagno quando non te le aspetti,
dalle tende chiuse,
dalle identità coperte da uno schermo,
dal mare  troppo immenso,
dai laghi troppo piccoli,
dallo sfinirsi nel cercare,
dall'orrore del trovare quello che non ci si voleva aspettare,
dal pane non croccante,
dalle feste comandate...
liberami dai regali di Natale che non mi piacciono,
dalla brutta abitudine di sorridere poco,
dalle creme antirughe e antietà,
dalla musica che si ascolta senza parlare guardandosi negli occhi,
dalle piante finte,
dalle donne che odiano le rose,
dagli uomini che odiano i fiori,
dalle guerre,
dai tappetini antiscivolo che tanto poi scivolano loro direttamente,
dalle manifestazioni di piazza...
liberami dal sale dentro al mare,
dalla dolcezza del fiume,
dallo zafferano nel riso così innaturalmente giallo,
dagli amanti occasionali,
dai fazzoletti di carta superigienici,
da tutte le metafore che non trovo efficaci...
liberami dalla nebbia della mia pianura,
dalla rugiada delicata,
dal domani al quale non voglio pensare,
da chi pensa ad un domani che non avrà,
dalle analisi del sangue che mi fanno paura,
dalle donne che non ho avuto e mia nonna ancora non sa il perché,
dalla teoria dell'evoluzione che tanto non ci crederò mai,
dal calcio durante la settimana...
liberami dai pacifisti,
dalla rabbia,
dalla cattiveria infeconda,
dalla bontà forzata,
Liberami dai mostri di cartapesta a Carnevale,
dalle pubblicità progresso,
da tutto quello che dimentico e ricordo troppo tardi,
dal ridere incessante,
dai commessi antipatici,
dalla tappezzeria,
dalla lingua mal parlata
dalla lingua in salsa,
dalla salsa di pomodoro,
dai miei occhiali neri che uso per nascondere il dolore,
Liberami dall’inquietudine dei ricordi,
dal mal di denti,
dall’incertezza dell’eclissi,
dall’intellettualità dell’ozio,
dai colpi inaspettati della noia,
dal fondotinta che uso troppo,
dall’olio nauseabondo del tonno,
dal pensiero dell’assoluto che mi spacca la testa,
dall’anelito all’infinito,
dalla pioggia,
dai colori troppo accesi…
e infine,
se puoi,
ti prego,
Amore, 
liberami…
dal male.
Amen.



[da Che la Notte Ti Sia Lieve, Darkene F. DiCembre, Ed. Croce, 2008]

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