giovedì 25 febbraio 2016

"Noi siamo qualcosa che questo stato riconosce". Quando il poco è comunque meglio di niente.

E quindi niente...ero arrabbiata e incattivita, volevo che cose molto brutte accadessero ad un sacco di gente seduta fra gli scranni di Palazzo Madama. Spremevo delle arance.
Poi mi sono fermata qualche secondo.
E mi sono messa a piangere.
Un po' era rabbia.
Ma un po' era commozione.
Perché da oggi anche in questo schifo di Paese chiunque pensi di voler condividere la sua vita con la persona che ama potrà apporre il proprio cognome al suo, potrà lasciare a lei la propria eredità e pensione, entrare insieme in un ospedale a testa alta.
Potrà dire "Noi siamo qualcosa che questo stato riconosce".
E' questo io credo sia qualcosa.
Qualcosa è molto poco, e sicuramente non è abbastanza.
Ma è qualcosa.
Oggi in questo schifo di Paese noi abbiamo assistito ad una delle più brutte pagine di politica. Abbiamo assistito alla prostituzione dei diritti sacrificati sull'altare di accordi degni della peggiore associazione a delinquere, abbiamo assistito all'incapacità di un Premier e di un governo che nessuno ha mai scelto di fare una riforma necessaria o anche solo di capire quali potessero essere i limiti accettabili da quel porcile che è il nostro Parlamento ed evitare di conseguenza una figura di merda colossale, abbiamo compreso appieno l'inconsistenza umana ancora prima che politica di chi dovrebbe guidare il nostro Stato, abbiamo scoperto una volta di più quanto piccoli e ignoranti possano essere gli uomini.
Eppure nonostante questo io mi sono commossa.
Ho tanta paura che questa breccia non aprirà ancora per molto tempo un varco.
Eppure io credo agli uomini.
E so che quando insinui una possibilità nella testa del persone stai aprendo nuove strade.
Questa legge è poca cosa, ma ha il merito di cominciare ad insinuare alcune possibilità.
Quella che per stare insieme il requisito sufficiente sia l'amore, e non il genere.
Quella che per stare insieme non sia necessario sposarsi.
Quella, e concedetemelo, perché è una delle cose che mi è più cara, che per stare insieme la fedeltà fisica sia un requisito legato alla volontà propria e non della legge.
Io voglio molto di più.
Io voglio che chiunque si ami possa fare un matrimonio, civile e anche religioso.
Io voglio che chiunque sia in grado di dare amore possa adottare un figlio, che sia sposato, single o perfino disabile.
Io voglio poter donare un ovulo a chi vuole un figlio più di me, o un utero, perfino.
Io voglio che nessuno mi chieda mai più se sono un maschio o una femmina e in base a questo definisca con cosa devo giocare, come mi devo vestire, quale bagno devo usare.
Oh, sì. Io voglio un sacco di cose.
Perché amo i diritti e amo la libertà, e credo che anche uno Stato dovrebbe farlo.
Prima o dopo avremo tutto questo, ne sono certa.
Oggi abbiamo solo questa piccola legge tutta zoppa e piena di cerotti, che è comunque qualcosa più del nulla che avevamo fino a ieri.



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