giovedì 11 febbraio 2016

Grazie Maestro.


Volevo dire solo questo.
Che il Maestro Ezio Bosso ieri ha messo un punto fermo che io sono sicura abbia cambiato qualcosa nella storia della televisione e nel cervello di 10 milioni di italiani.
Noi non siamo la nostra malattia, mai.
"Malato" è solo una delle tante caratteristiche che possiamo attribuirci, come "biondo", "grasso", "paziente".
Parole vuote, che non descrivono che qualcosa di molto superficiale.
Lo fanno spesso, ahimè, le parole.
Andare in televisione, davanti a milioni di persone, con il coraggio di non farsi appiattire dietro una parola sterile, è una cosa pazzesca.
Rendersi un modello desiderabile di vita, nonostante una parola che è un marchio d'infamia, perché la malattia è qualcosa che ci fa una paura fottuta, come qualsiasi forma di non omologazione al modello di ariana perfezione che ancora abbiamo stampato nel cervello, è un atto di rivoluzione di una bellezza straordinaria.
Grazie, Maestro.
Per essere così bello. E per averci fatto vedere che sì, l'Arte può salvare il mondo.
Grazie a nome di tutti i malati, nel corpo o nell'anima, i grassi, i neri, i froci...
Grazie per tutti i diversi che amano forte la Vita, nonostante tutto.

* foto da Tvblog.com

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