lunedì 20 giugno 2016

E la chiamano Estate...

Ma io vorrei il sole e i baci sulla spiaggia.
Che l'unico rumore fosse quello del mare.
E saper danzare leggiera con i granelli di sabbia che si incastrano fra le dita.
Profumare di caldo e di sale.
E fregarmene se è sconveniente, se non siamo abbastanza vestiti, se abbiamo troppo poco nero addosso.
Incuranti del grasso, dei peli superflui, dei capelli spettinati appiccicati alla faccia, degli anni che coltivano l'odio sulla mia faccia.
Io vorrei avere più sogni e soprattutto ancora un briciolo di voglia di inseguirli, come farei con quell'aquilone che sicuramente stringerei fra le mani, se fossi su una spiaggia e ci fosse il sole.
Vorrei guardarti e che i tuoi occhi mi bastassero.
E che tu mi guardassi e pensassi che fino a che io ti tengo le mani la vita è un posto meraviglioso.
E che dicessimo "per sempre" credendoci come fanno gli stupidi, che Dio li benedica.
Ma io sono una creatura della notte e dell'inverno.
Ho la brina sulla faccia e le mie mani a tenaglia distruggono qualsiasi alito di vita.
Questo mio piccolo mondo di paura si chiude su di me e spinge la mia testa sempre più in basso.
Forse dovrei sfruttare il vento freddo che arriva dalla città, come una piccola barca a vela
e scappare a cercare il mare, fregandomene della protezione solare.







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