lunedì 9 maggio 2016

La pioggia a Maggio

Benedetto sia questo Maggio di pioggia.
Perché a Maggio una volta c'era il sole.
C'era il sole quando sei uscito di casa.
C'era il sole quando nel cortile del "reparto intoccabili" e scambiavamo chiacchiere che ho dimenticato.
C'era il sole quando di nascosto ti portavo uno spritz con ghiaccio.
C'era il sole e tu hai chiamato per dirmi che mi volevi bene e io poi non ho sentito la tua voce mai più.
E così ogni anno da allora, ogni Maggio, tutto diventa più difficile.
E il primo sole bello ferisce caparbiamente la mia anima rattoppata con scotch di bassa qualità.

A volte guardo questa donna nello specchio.
Questo concentrato di nervi e sorrisi che sta provando lentamente e con dolore a diventare una donna.
E tra il tuo naso, i miei occhi color castagna, la tua bocca, le mie guance rosse, la tua follia, la mia rabbia io vedo ancora una bambina che amava giocare con le biglie.
Una bambina forte, testarda, bellissima.
Quella bambina che sapeva perfettamente dove il bene e il male si annidassero.
E non perdeva tempo a farsi ferire.
Piangeva un po' quando la pungevano le api, chissà perché accadeva così spesso...
Per il resto scuoteva il suo perfetto carré nero lucido...e rideva.

Benedetta sia questa pioggia di Maggio.
Che bagni e faccia crescere sana e forte quella bambina.
La bambina vestita di rosso al funerale del suo Papà.
E che infradici e faccia marcire insieme alle cose che vanno buttate quella strana adolescente piena di paura, che cerca gli occhi degli altri, che si è messa in mezzo per un tempo lunghissimo.


...saperti in volo è più importante. 


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