lunedì 21 dicembre 2015

La bambina quattrocchi e il bambino con gli occhi azzurri

Te lo ricordi il bambino con gli occhi azzurri di cui eri innamorata alle elementari?
Ti ricordi che hai passato anni a sperare in un bacino, prima che arrivasse la compagna più carina, o quella "esotica" e più grande che aveva conquistato il suo cuore.
In quinta avevate fatto una maglietta con le dediche e lui ti ha scritto "alla mia amica quattrocchi panciuta". Poi siete diventati quasi fratelli. Poi lui è diventato il tuo bullo e anche se sono passati anni e ora qualche volta vi incontrate casualmente al supermercato, tu sai bene che nel tuo cuore non lo perdonerai mai.
Ché forse è cominciato tutto lì.
Tu a passargli i compiti, a inventare mille giochi perché lui si divertisse, a scrivere dei suoi occhi...e lui a raccontarti di Giulia.
Ora gli occhiali li metti a volte per vezzo, la pancia ce l'hai ancora e ormai sei quasi convinta vada bene così, e continui a fare l'amica di uomini che ti sciorinano le loro Giulie, o i Giulii, perfino.
Ed è incredibile come, se ci pensi bene, restiamo quei bambini di 6 anni tutta la vita, mettendo in scena per sempre le stesse sceneggiature, cambiando i nomi di qualche personaggio ma quasi mai i ruoli.
Le gelosie per un segreto detto dalla tua migliore amica ad un'altra, le lacrime quando il posto da solista è andato a chi non lo meritava, un bigliettino dove avevi scritto: metti una crocetta su quello che sono per te, e ti era tornato indietro con una bella X su "amica".
Che hai combinato in questi 25 anni, bambola, se non hai nemmeno imparato a fare degli aerei capaci di volare con quei bigliettini?
Aggiungi questo fra i buoni propositi.
Abbraccia quella bambina.
E permettile di diventare grande.



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