martedì 5 febbraio 2013

Dei sogni e degli incubi racchiusi in uno scatto rubato......


Oggi mi sono svegliata...e avevo in mente due immagini.

La prima è del novembre 1996. Ritrae un giovane uomo sorridente accanto ad una principessa.
Lui è tutto vestito di nero, sembra uno sposo con tanto di fiore all'occhiello, e appare forse un po' ingessato, sicuramente intimorito, con quel naso troppo grande e la faccia da picaro impenitente.
Lei ha un abito di una semplicità e insieme bellezza straordinarie, una sottoveste impalpabile blu con il pizzo che pare uscita da un sogno.
La seconda è una foto di lunedì scorso.
L'uomo è lo stesso della prima foto. La principessa non c'è, è volata via da tanto tempo. Al suo posto c'è un signore dalla stazza importante e la sciarpa rosa.
Lui è ancora vestito di nero, questa volta sembra più a suo agio con i capelli sciolti lunghi sulle spalle, un foulard legato al collo...
Non sorride, il volto è tirato.
I due scatti ritraggono rispettivamente un inizio e una fine distanti 17 anni.
All'inizio c'era John Galliano accanto a Lady Diana durante il MET Ball, una delle occasioni più fashion dell'anno, lei indossava il primo abito della storia firmato da lui per Christian Dior, di lì a poco un certo Monsieur Arnault, il proprietario del marchio, comprato per scommessa, avrebbe dichiarato: "Ho guardato ad ogni singolo designer al mondo, e ho deciso che Galliano era l'unico".
Alla fine c'è John Galliano che si dirige a testa alta verso il Conseil des prud'hommes, il tribunale di primo grado francese, accanto al suo corpulento avvocato, per dare inizio ad una causa di cui si parlerà molto, per un licenziamento senza giusta causa, lui contro Dior.
Quindici anni di grandi sorrisi pubblici, di trionfi, di feste e parole belle.
Poi "the madness of disease", l'ha definita John Galliano, la follia della malattia, la conseguente  rottura, tragica, ne ho parlato mille volte, J’ai pensé qu’il valait mieux nous quitter sans un adieu, e, alla fine, un tribunale, che dovrà decidere cosa spetta a chi.
In fondo molte storie d'amore vanno così.
Prima i sorrisi, poi un dolore che si è incapaci di dividere, e infine un tribunale.
E' una cosa che lascia tristezza e bocca amara.
Eppure qualsiasi storia che si racconta deve finire, e la fine dà la morale.

Ecco.
La mia riflessione di oggi finisce qui.
Non parlerò di soldi, di torti, di ragioni.
Solo di favole senza lieto fine.
Del tempo che corrode tutto.
Dei sogni e degli incubi racchiusi in uno scatto rubato...









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