E' che mi capita un sacco di volte di pensare a te.
E che ti vorrei parlare.
Ma poi accade sempre qualcosa, non so...come se il cielo congiurasse contro di noi o fosse in qualche modo la nostra paura a spingerci lontane.
E' che la mia vita si è ribaltata e ci sono un sacco di cose e di persone che sono diventate polvere.
A volte vorrei riavere tutto come lo avevo prima.
Ma poi, lo sappiamo ebne tutte e due, è come quell'uomo...quando ti giri non puoi tornare indietro.
Però te...è sempre stato tutto un on/off tra di noi.
Ti amo e poi ti amo e poi ti odio e poi...ti amo.
E volevo solo dirtelo.
Volevo scriverti in privato. Ma non ne sono più capace.
Comunque non lo so se c'entra il fatto che ieri ho visto Nina Zilli, o che improvvisamente per un attimo sia tornato Michael nelle nostre vite, o è il maledetto Natale con tutta quella Bellezza e le luci in giro...
So che è qualcosa che ha a che fare con il passato e la voglia ogni tanto di riaverne un pezzettino.
E a volte vorrei che fosse anche il futuro.
Ma abbiamo pianto così tanto e non posso permettermi riaccada.
Sempretua,
giovedì 13 dicembre 2012
martedì 11 dicembre 2012
Voglio sposare un uomo che faccia tanto ridere.
Girocchiando fra i social network e alcuni blog ogni tanto mi chiedo...
Ma perchè invece di questo talento da scribacchina psicodrammatica, che istiga alle lacrime e allo strappaggio dei capelli, sempre pronta a finali ad effetto e incitamenti da tragedia merolana (o meroliana? mhmm...vabeh) non so far sorridere?
Attenzione, non dico morir dal ridere (che quel morir in effetti mi attirerebbe pure...), sbellicare, far cadere dalle sedie. Ma almeno sorridere, anche in modo amaro al limite!
Analisi sociali taglienti, freddure da brivido...cose così.
Perdindirindina.
Tutta colpa del cinema. Sempre lì a guardare Via col vento. O di mia madre...che invece di raccontarmi barzellette mi ha allevata a Leopardi. E che stava sempre lì a parlarmi della povera marinella piuttosto che del bombarolo. Dannazione.
Voglio sposare un uomo che faccia tanto ridere.
O almeno che somigli a Clark Gable.
Ma perchè invece di questo talento da scribacchina psicodrammatica, che istiga alle lacrime e allo strappaggio dei capelli, sempre pronta a finali ad effetto e incitamenti da tragedia merolana (o meroliana? mhmm...vabeh) non so far sorridere?
Attenzione, non dico morir dal ridere (che quel morir in effetti mi attirerebbe pure...), sbellicare, far cadere dalle sedie. Ma almeno sorridere, anche in modo amaro al limite!
Analisi sociali taglienti, freddure da brivido...cose così.
Perdindirindina.
Tutta colpa del cinema. Sempre lì a guardare Via col vento. O di mia madre...che invece di raccontarmi barzellette mi ha allevata a Leopardi. E che stava sempre lì a parlarmi della povera marinella piuttosto che del bombarolo. Dannazione.
Voglio sposare un uomo che faccia tanto ridere.
O almeno che somigli a Clark Gable.
lunedì 3 dicembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
Pensierini...
Mi traballano mille pensieri nella testa...
Dovrei prendere appunti per non perderli....
Vorrei dire qualcosa a proposito della violenza sulle donne.
Poi vorrei spiegarvi perchè mi accanisco tanto contro un certo sindaco.
E parlarvi dei pezzi che ho lasciato in strada.
Dovrei anche riprendere in mano il mio libro.
E poi ho un nuovo progetto per il quale incrocio forte le dita.
Mi sento ripartita, piena di good vibes...Nonostante il tempaccio.
Cmq ho deciso.
Faccio lo scrittore da grande.
Dovrei prendere appunti per non perderli....
Vorrei dire qualcosa a proposito della violenza sulle donne.
Poi vorrei spiegarvi perchè mi accanisco tanto contro un certo sindaco.
E parlarvi dei pezzi che ho lasciato in strada.
Dovrei anche riprendere in mano il mio libro.
E poi ho un nuovo progetto per il quale incrocio forte le dita.
Mi sento ripartita, piena di good vibes...Nonostante il tempaccio.
Cmq ho deciso.
Faccio lo scrittore da grande.
giovedì 22 novembre 2012
Io che vesto di nero.
Faccio da sempre parte di una minoranza.
Una di quelle che i bulli adorano sfottere, che i media adorano sfottere, che il mondo sfotte continuamente.
Ho pagato con la solitudine, con le lacrime, con la rabbia, imparando fin da piccolissima il significato della parola: "diverso".
E poi ho imparato anche ad essere la più simpatica, quella divertente, quella che si prende in giro, più saggia, più intelligente, più studiosa. A vestirmi di nero.
Ho riempito la mia vita di "più" per cercare di far sparire quel "più" che mi rendeva aliena.
I chili in più.
Forse è per questo che da sempre sono innamorata delle "minoranze".
Soprattutto di quelle sopra le righe, che fanno rumore, che sono vistose quanto una ragazza grassa...per esempio le minoranze che si vestono di rosa.
Dagli sguardi delle persone che per "difetti congeniti" vengono additate e derise non mi sono mai sentita giudicata, umiliata, messa da parte.
Essere grassi ed essere omosessuali è la stessa cosa.
Significa essere se stessi, non allinearsi, non essere conformi, difficili da inscatolare, complessi da capire.
Significa essere coraggiosi.
Ma lo sapete quanto ne serve di questo coraggio per andare a scuola ogni giorno, ai colloqui di lavoro, in metropolitana, al corso di ballo, ai tempi di facebook e del tutto davanti agli occhi di tutti sempre e comunque?
Ne serve molto più di quanto sia dato in dotazione naturale.
Serve che il coraggio sia nutrito da genitori pazzeschi, insegnanti straordinari, amici veri, incontri giusti...
Serve un cuscino culturale che ti faccia capire bene che quello perfetto sei tu, perchè sei un uomo e contieni moltitudini,* qualsiasi siano la tua taglia, il tuo orientamento sessuale, il colore dei vestiti che porti...la tua religione, il colore della tua pelle, il funzionamento dei tuoi arti...
E che i figli di puttana sono loro. Sono loro i diversi, sono loro che si devono sentire una minoranza...quelli che ridacchiano quando cammini, che pensando di non essere visti danno di gomito al loro vicino indicandoti, gli ignoranti, gli indifferenti...
Una legge sull'omofobia è forse meglio di niente.
Ma deve essere accompagnata dall'educazione. L'educazione ad ascoltare, a cambiare punti di vista, a non sentirsi mai troppo sicuri. Quella che ti insegni che dentro i libri si trova più vita di quanta ce ne sia nelle strade, che un film o un disco possono cambiarti davvero, che dire "grazie" e "prego" ti rendono una persona migliore, che gli esseri umani sono meravigliosi.
Lo devono fare le famiglie, la scuola , la politica.
Lo dobbiamo fare tutti noi.
Non dobbiamo stare mai zitti, non dobbiamo nasconderci, mai sottrarci al nostro dovere civile.
Oggi piangiamo l'ennesimo ragazzino che vestiva di rosa.
Quei bulli bastardi e i loro genitori, in primis, sono gli esecutori materiali di un omicidio e non possono essere giustificati dalla loro ignoranza. Mai.
Ma chiunque altro si sottragga al giudizio, faccia finta di nulla, distolga lo sguardo, si lavi le mani è colpevole di connivenza.
*Walt Whitman
Una di quelle che i bulli adorano sfottere, che i media adorano sfottere, che il mondo sfotte continuamente.
Ho pagato con la solitudine, con le lacrime, con la rabbia, imparando fin da piccolissima il significato della parola: "diverso".
E poi ho imparato anche ad essere la più simpatica, quella divertente, quella che si prende in giro, più saggia, più intelligente, più studiosa. A vestirmi di nero.
Ho riempito la mia vita di "più" per cercare di far sparire quel "più" che mi rendeva aliena.
I chili in più.
Forse è per questo che da sempre sono innamorata delle "minoranze".
Soprattutto di quelle sopra le righe, che fanno rumore, che sono vistose quanto una ragazza grassa...per esempio le minoranze che si vestono di rosa.
Dagli sguardi delle persone che per "difetti congeniti" vengono additate e derise non mi sono mai sentita giudicata, umiliata, messa da parte.
Essere grassi ed essere omosessuali è la stessa cosa.
Significa essere se stessi, non allinearsi, non essere conformi, difficili da inscatolare, complessi da capire.
Significa essere coraggiosi.
Ma lo sapete quanto ne serve di questo coraggio per andare a scuola ogni giorno, ai colloqui di lavoro, in metropolitana, al corso di ballo, ai tempi di facebook e del tutto davanti agli occhi di tutti sempre e comunque?
Ne serve molto più di quanto sia dato in dotazione naturale.
Serve che il coraggio sia nutrito da genitori pazzeschi, insegnanti straordinari, amici veri, incontri giusti...
Serve un cuscino culturale che ti faccia capire bene che quello perfetto sei tu, perchè sei un uomo e contieni moltitudini,* qualsiasi siano la tua taglia, il tuo orientamento sessuale, il colore dei vestiti che porti...la tua religione, il colore della tua pelle, il funzionamento dei tuoi arti...
E che i figli di puttana sono loro. Sono loro i diversi, sono loro che si devono sentire una minoranza...quelli che ridacchiano quando cammini, che pensando di non essere visti danno di gomito al loro vicino indicandoti, gli ignoranti, gli indifferenti...
Una legge sull'omofobia è forse meglio di niente.
Ma deve essere accompagnata dall'educazione. L'educazione ad ascoltare, a cambiare punti di vista, a non sentirsi mai troppo sicuri. Quella che ti insegni che dentro i libri si trova più vita di quanta ce ne sia nelle strade, che un film o un disco possono cambiarti davvero, che dire "grazie" e "prego" ti rendono una persona migliore, che gli esseri umani sono meravigliosi.
Lo devono fare le famiglie, la scuola , la politica.
Lo dobbiamo fare tutti noi.
Non dobbiamo stare mai zitti, non dobbiamo nasconderci, mai sottrarci al nostro dovere civile.
Oggi piangiamo l'ennesimo ragazzino che vestiva di rosa.
Quei bulli bastardi e i loro genitori, in primis, sono gli esecutori materiali di un omicidio e non possono essere giustificati dalla loro ignoranza. Mai.
Ma chiunque altro si sottragga al giudizio, faccia finta di nulla, distolga lo sguardo, si lavi le mani è colpevole di connivenza.
*Walt Whitman
lunedì 19 novembre 2012
Beauty is not relevant for Mr.Simons now.
''I have so much respect for John [Galliano]'s technical skill and the fantasy,it's just something that I don't find relevant now"Raf Simons
John Galliano for Christian Dior
Raf Simons for Christian Dior
lunedì 6 agosto 2012
That's Cinema!
E' stare seduti al buio quando ci sono solo i tuoi occhi e lo schermo d'argento davanti a te.
E' un accumularsi di attimi che ti lasciano col fiato corto in gola
E' l'apparrire di un personaggio sulla scena, di cui ancora non sai nemmeno il nome.
E' la musica e nomi che si susseguono ai lati della scena.
E' il momento più magico di quell'incredibile allucinazione collettiva che chiamiamo cinema.
L'apparecchiarsi della tavola, quando ancora tutto può succedere e quel senso di attesa lo puoi quasi toccare.
Io sprofondo un po' di più nella mia poltrona, sento le mie papille gustative dilatarsi, e sorrido da sola.
Penso: eccoci di nuovo qui. Ci saranno un'altra storia, un altro amore, altre risate, tragedie...
Nella peggiore delle ipotesi quella sarà la tua vita per un paio d'ore. A volte invece, è raro ma quando accade il cuore trabocca, la tua vita dopo quelle due ore cambia per sempre.
E' il cinema. E' quella magia, follia, sciarada rocambolesca, è il sogno di un'altra vita, è eternità, paura, amore, è lacrime, fuggire e inseguire la morte, è tutta l'arte messa insieme, è non averne mai abbastanza, acqua e fiato.
Chi ama il cinema, chi gli rende onore e lo fa grande, ama, rende onore e fa grande la Vita stessa.
Grazie Romeo per questo e per alcune altre cose.
Grazie Sandra, Cami, Antonio, Isa, Valentino e Pietro, per le risate e per la forza.
A Luca, Alessandro, Patrick, Giuseppe, Raffaele...
Ai registi con cui abbiamo diviso chiacchiere e cibo di Puglia, Josu, Inaki, Barbara, Gary, Liz, Andrea, Stefano e Stefano...
Agli sposi-sponsor.
Agli ospiti e in particolare a Ricky, Simona, Donatella, Jivago...
Il Salento Finibus Terrae è questo Amore per il cinema che si fa tangibile.
E' stato un onore che sarà per me indelebile esserne stati parte.
E' un accumularsi di attimi che ti lasciano col fiato corto in gola
E' l'apparrire di un personaggio sulla scena, di cui ancora non sai nemmeno il nome.
E' la musica e nomi che si susseguono ai lati della scena.
E' il momento più magico di quell'incredibile allucinazione collettiva che chiamiamo cinema.
L'apparecchiarsi della tavola, quando ancora tutto può succedere e quel senso di attesa lo puoi quasi toccare.
Io sprofondo un po' di più nella mia poltrona, sento le mie papille gustative dilatarsi, e sorrido da sola.
Penso: eccoci di nuovo qui. Ci saranno un'altra storia, un altro amore, altre risate, tragedie...
Nella peggiore delle ipotesi quella sarà la tua vita per un paio d'ore. A volte invece, è raro ma quando accade il cuore trabocca, la tua vita dopo quelle due ore cambia per sempre.
E' il cinema. E' quella magia, follia, sciarada rocambolesca, è il sogno di un'altra vita, è eternità, paura, amore, è lacrime, fuggire e inseguire la morte, è tutta l'arte messa insieme, è non averne mai abbastanza, acqua e fiato.
Chi ama il cinema, chi gli rende onore e lo fa grande, ama, rende onore e fa grande la Vita stessa.
Grazie Romeo per questo e per alcune altre cose.
Grazie Sandra, Cami, Antonio, Isa, Valentino e Pietro, per le risate e per la forza.
A Luca, Alessandro, Patrick, Giuseppe, Raffaele...
Ai registi con cui abbiamo diviso chiacchiere e cibo di Puglia, Josu, Inaki, Barbara, Gary, Liz, Andrea, Stefano e Stefano...
Agli sposi-sponsor.
Agli ospiti e in particolare a Ricky, Simona, Donatella, Jivago...
Il Salento Finibus Terrae è questo Amore per il cinema che si fa tangibile.
E' stato un onore che sarà per me indelebile esserne stati parte.
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