domenica 24 luglio 2011

We are in trouble...

Buongiorno.
So che è passato un mucchio di tempo.
In parte me ne scuso, in parte non ne ho colpa.
Torno a scrivere qualche riga, spero sia l'inizio di un ritorno e so che questa volta dipende da me.
Qualche riga su un argomento che mi è caro da sempre e ancora più ora che, con ritmo belluino, i miei angeli si moltiplicano.

C'è un filo sottilissimo che lega la morte di mio padre con quella di Amy Winehouse.
E non è solo il fatto che uno fosse il mio meraviglioso papà e l'altra la cantante dell'anima mia.
Questo se mai non farebbe che testimoniare la mia sfiga, concetto al quale continuo a riservarmi di non credere.
No.
E' qualcosa di più.
Legato all'idea di vivere la propria vita insieme agli altri ma mai per essi.
Ad un'idea di libertà che è sinonimo di indifferenza, sfregio al conformismo, pungolo nelle carni dei benpensanti.
Questo faceva mio padre costantemente. Tutto quello che poteva apparire sbagliato. Contraddire ogni parola, sempre. Tenere le parti degli indifendibili per puro spirito di contestazione. Stonare in ogni coro. A costo di cambiare continuamente casacca, di metterne una sopra l'altra, ma che importava?
Mica era la verità quella. E peggio per chi si ferma alle apparenze.
La sua Verità sta nella pelle di  marmo nero delle sue donne dalle gambe lunghissime, negli occhi che ti fissano vivi e immobili dalle tele, nell'olio di quei paesaggi percorsi come un brivido da una Luce che a me sembrava divina.
In questo mio papà somiglia alla bellissima Amy.
Anche la sua verità resta per sempre nella sua Arte. In due dischi incredibili, in una voce che saliva come un filo di fumo dalla sua anima, nella femminilità bestiale di quel barcollare sul palco dei suoi tacchi 15.

Alla fine del romanzo qualcuno deve morire, pensava Virginia Woolf scrivendo il suo capolavoro.
Non importa se è il protagonista. Protagonista, antagonista, personaggio di contorno..sono soltanto squallide funzioni di Propp.
Quello che muore, in ogni opera d'arte vera, è l'Artista.
Forse perchè questo è l'Inferno e a lui è dato il compito di indicare la Via.

2 commenti:

  1. Le opere d'arte, siano fatte di carne o di marmo, non deperiscono mai, dolce Fà. Un pensiero per te. Gian

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